L’antica saggezza di un filosofo ci invita a riflettere
sulla nostra reattività di fronte alle offese
Viviamo in un’epoca caratterizzata da un’aggressività verbale dilagante, amplificata dai social media e dai mass media. Gli insulti, le provocazioni e le offese sembrano essere diventati lo strumento comunicativo preferito da molti. Ma come reagire di fronte a tali attacchi? La storia della filosofia ci offre un esempio illuminante: Socrate.
Il filosofo greco, noto per il suo metodo maieutico, ovvero l’arte di far partorire le idee agli altri attraverso domande, era spesso bersaglio di attacchi e insulti. Nonostante ciò, Socrate manteneva sempre un atteggiamento pacato e rispettoso, anche di fronte alle provocazioni più violente.
Una celebre aneddoto narra di come Socrate sia stato schiaffeggiato da un uomo rozzo e ignorante. Di fronte a tale affronto, il filosofo non reagì con violenza, né cercò di ribattere colpo su colpo. Anzi, si limitò a commentare con i suoi discepoli: “Se mi avesse preso a calci un asino, l’avrei forse condotto in giudizio?”.
In questa risposta, Socrate ci insegna una lezione fondamentale: non è necessario scendere al livello di chi ci offende. Reagire con la stessa moneta, infatti, significherebbe solo alimentare un circolo vizioso di negatività. Il silenzio, al contrario, può essere un’arma molto più potente, in quanto dimostra una superiorità morale e intellettuale.
Socrate ci invita a riflettere sul significato della parola “eleganza”. La sua etimologia ci svela molto sul significato profondo di tale termine. Le radici affondano nel latino eligere che significa “scegliere”. Quindi, letteralmente, “eleganza” significa “atto di scegliere”. Ma non si tratta di una scelta qualsiasi, bensì di una selezione accurata e consapevole. L’eleganza è strettamente connessa all’educazione e al rispetto per gli altri. Una persona elegante è colui che sa dominare le proprie emozioni, che non si lascia trascinare dalla rabbia o dalla frustrazione, e che mantiene sempre un atteggiamento pacato e rispettoso, anche di fronte alle provocazioni.
Perché oggi assistiamo a una tale diffusione dell’aggressività verbale? Le ragioni sono molteplici e complesse. Certamente, i social media hanno contribuito a creare un clima di scontro e di polarizzazione, in cui le opinioni vengono spesso espresse in modo aspro e senza alcuna mediazione. Ma le radici del problema sono più profonde e affondano nella cultura contemporanea, caratterizzata da un individualismo esasperato, da una crescente competitività e da una perdita dei valori.
In un mondo sempre più rumoroso e violento, la figura di Socrate rappresenta un faro di saggezza e di equilibrio. La sua capacità di affrontare le avversità con pacatezza e lucidità ci invita a riflettere sul nostro modo di comunicare e di relazionarci con gli altri. Imparare a gestire le nostre emozioni, a controllare la nostra lingua e a rispettare le opinioni altrui, anche quando sono diverse dalle nostre, è una sfida che ci riguarda tutti.
Antonio Calisi