Durante l’estate, con un documentato esposto, dal titolo “Deposito rifiuti delle utenze non domestiche”, ho dato rappresentazione del propagarsi di incontrollate occupazioni, da parte di gestori di bar, ristoratori e, perfino, di esercenti in genere, di spazi pubblici, esterni ai loro locali, cui hanno posizionato diversi contenitori e bidoni carrellati ove tengono la spazzatura delle loro attività. Tornando sempre a considerare il sistema di esercizio della tanto declamata raccolta differenziata, mi è parso utile portare all’attenzione anche l’altro incomprensibile aspetto, quello ancora più indecoroso: l’abbandono in strada e presso i cestini stradali, di sacchetti con rifiuti domestici e anche di altri oggetti di casa cui necessita sbarazzarsi.
Non c’è che dire!
Il fenomeno è sempre più diffuso e lo si riscontra in più ambiti della città. E, dunque, perché si abbia a fare una reale riflessione su quest’altro comportamento così incivile, e che non può essere in alcun modo tollerato, ho colto un caso che sa di paradosso.
All’angolo di piazza Spinelli con corso Roma, alla base del leccio, sul cui tronco è stato posto da qualcuno quella specie di sciarpa di pezza con l’invito a proteggere l’ambiente, sistematicamente, vengono lasciati sacchetti di rifiuti domestici e quant’altro di cui disfarsi. Sotto il cestino, lì posto per depositare spazzatura da passeggio, si scorge quotidianamente altro materiale e, particolarmente, sacchetti di rifiuto. Non è un fatto isolato, solo di qualche giorno, e neppure si può ritenere opera di un solitario, altrimenti non si spiegherebbe la presenza di più sacche d’immondizia.
Ed è, perfino, perdurante, diciamo così, l’abuso.
Purtroppo, se ne rilevano tante di situazioni di questo genere, tutte equali, e in quartieri anche centrali, come è possibile prendere visione da qualche foto che si acclude.
Agli infaticabili agenti incaricati della pulizia di strade e piazze che, di buon’ora la mattina, con gli attrezzi allestiti sulla propria motoretta, svotano i cestelli da ogni sorta d’immondizia, tocca loro recuperare pure quella spazzatura domestica, al di fuori dal previsto ciclo di ritiro del rifiuto selezionato. Ne consegue che il materiale di scarto domestico viene trattato come indifferenziato e va a finire in discarica con maggiori costi di smaltimento, rispetto a quello separato come umido, vetro e plastica.
È strano che non si abbia a rilevare questa forma di grave inciviltà che pare si stia diffondendo sempre più, nonostante atti del genere, è previsto, siano punibili con l’applicazione di un’ammenda penale al posto della sanzione amministrativa, in virtù del recentissimo dispositivo di legge n.137/2023.
E, infine, non mancano, neppure, le micro-discariche lungo le strade di accesso, a nord e a sud, alla città e, per giunta, in aree private ai margini di dette vie e, comunque, proprio a ridosso dell’abitato.
Di fronte questo ampio spettro di indebite occupazioni con bidoni di tante aree pubbliche e delle inosservanze delle regole per il ritiro urbano dell’immondizia, si può essere soddisfatti dell’attuale pratica di raccolta differenziata, in relazione al rilevante costo del servizio a carico dei residenti e, in particolar modo, a un apprezzabile livello di decoro dell’ambiente cittadino?
Risponde a qualche utile intendimento tollerare che gli esercenti, senza una specifica autorizzazione, depositino carrelli di rifiuti, a proprio piacimento, fuori dai locali delle relative attività commerciali e che non si abbia a contenere l’abbandono dell’immondizia presso i cestini di strada e in terreni privati incolti, attorno alla cinta urbana?
Giuseppe Maldarella