L’espressione “occhio per occhio, dente per dente” echeggia nei corridoi della storia, risalendo ai tempi biblici. Essa incarnava un principio giuridico noto come legge del taglione, un sistema di compensazione che, in assenza di leggi codificate, prevedeva una sorta di parità tra il torto subito e la punizione inflitta. Un’equazione semplice, quasi matematica: un male corrispondeva a un altro male uguale.
Le origini di questa espressione ci riportano all’Antico Testamento, dove viene presentata come una norma divina. Tuttavia, la sua interpretazione ha suscitato, nel corso dei secoli, dibattiti accesi tra teologi, filosofi e giuristi. Era una mera autorizzazione alla vendetta, o piuttosto un tentativo di limitare la violenza, evitando che una punizione fosse sproporzionata rispetto al danno subito?
La psicologia ci offre chiavi di lettura interessanti. La vendetta, infatti, è un sentimento profondo e complesso, radicato nella nostra natura. Il desiderio di far pagare a qualcuno un torto subito è una reazione quasi istintiva, che ci fa sentire più forti e in controllo. Tuttavia, la ricerca ha dimostrato che la vendetta, anziché portare sollievo, spesso alimenta rancore e rabbia, intrappolando chi la perpetra in un ciclo infinito di odio.
Il messaggio cristiano, in questo contesto, si presenta come una rivoluzione. Gesù, con la sua predicazione, invita a superare la logica della vendetta, proponendo un ideale di perdono e di amore verso i nemici. “Ma io vi dico: amate i vostri nemici e pregate per coloro che vi perseguitano” (Matteo 5,44). Questo invito radicale è un invito a uscire dalla logica del “occhio per occhio”, per entrare in una dimensione più alta, dove il male non si combatte con altro male, ma con il bene.
L’espressione “occhio per occhio” ci pone di fronte a una scelta fondamentale: continuare a vivere secondo la legge del taglione, oppure intraprendere un cammino di crescita interiore, che ci conduca al perdono e all’amore. Scegliere la prima strada significa rinunciare alla propria umanità, mentre scegliere la seconda significa abbracciare la possibilità di diventare persone migliori.
La storia ci insegna che la legge del taglione non ha mai portato alla pace. Anzi, ha spesso alimentato conflitti e vendette, creando un circolo vizioso di violenza. Oggi, più che mai, siamo chiamati a superare questa logica arcaica, per costruire un futuro basato sulla giustizia, sulla solidarietà e sulla compassione.
Antonio Calisi