“Le fasi della vita dovrebbero essere: nasci, cresci, vedi un giro di Stoner a Phillip Island, ti riproduci e poi muori”. Basterebbe questo storico tweet di Danilo Petrucci per definire cos’è stato Casey Stoner nei suoi anni in MotoGP.
Personaggio unico e controverso all’interno del panorama motociclistico, l’australiano entra nel Motomondiale nel 2001 in cui disputa due wild card nella classe 125cc nelle tappe di Donington Park e Phillip Island conquistando i primi punti nella gara casalinga. L’anno seguente sale in 250cc in sella ad una Aprilia del team LCR per poi tornare nella classe minore nel 2003 e ottenere i primi podi e la prima vittoria in carriera a Valencia. Nel 2004 passa in KTM e regala alla casa di Mattighofen la prima vittoria nel Motomondiale a Sepang.
Lucio Cecchinello lo riporta in 250cc nel 2005 e Stoner compie un ulteriore passo avanti nella sua crescita di pilota e ottiene cinque vittorie e cinque podi che lo portano al termine della stagione al secondo posto in classifica dietro Dani Pedrosa. Ma è in MotoGP che sboccia definitivamente il suo talento: dopo un anno di apprendistato in sella alla Honda di Cecchinello, il canguro mannaro lascia la squadra italiano per sposare una causa italiana più grande, quella del team ufficiale Ducati.
Nel 2007 non ce n’è per nessuno: centra dieci vittorie su diciotto appuntamenti stagionali, non va a podio in sole quattro occasioni, l’ultima a Motegi dove però si laurea campione del mondo della classe regina. La storia è stata scritta: la Ducati vince per la prima volta il titolo piloti e costruttori.
Casey corre con la casa di Borgo Panigale per altre tre stagioni per poi passare nel 2011 in Honda, la prima casa che ha creduto in classe regina. A Tokyo sono ben 5 anni che non assaporano il gusto del successo mondiale, Stoner viene ingaggiato per riportare HRC in cima al mondo. E l’australiano, manco a dirlo, al primo anno centra la missione con dieci trionfi, un secondo e cinque terzi posti.
Il 2012 inizia con il terzo posto a Losail e le vittorie di Jerez ed Estoril per poi annunciare in conferenza stampa a Le Mans il ritiro al termine dell’anno. Tuttavia l’australiano resta competitivo e in lotta per il mondiale sino alla brutta caduta in qualifica a Indianapolis dove subisce un duro colpo alla caviglia sinistra e si procura diverse fratture e lesioni. Stoner corre comunque la tappa statunitense conclusa al quarto posto ma poi si ferma per tre gare vanificando le sue possibilità di concludere la carriera con il terzo titolo mondiale.
Per tutti gli addetti ai lavori del motorsport uno dei piloti più talentuosi della sua generazione, oggi Casey Stoner compie 39 anni.
Paolo Gabriel Fasano