A che cosa stai pensando? è la domanda che tutti porgono alla giovane Parthenope, la protagonista dell’omonimo nuovo film del regista premio Oscar Paolo Sorrentino, di cui nessuno sembra avvicinarsi alla risposta.
Secondo la mitologia, Parthenope sarebbe la sirena che si lasciò abbandonare al mare insieme alle sue sorelle a causa dell’insensibilità di Odisseo al loro canto stordente. Il suo corpo venne trasportato dalle acque e rinvenuto sulla baia dove sorge oggi Castel dell’Ovo nella città fondata e battezzata col suo stesso nome da Parthenope, chiamata in seguito Napoli. Il legame di Parthenope con l’elemento naturale dell’acqua, e in particolare del mare, ambiente natale delle mitologiche sirene, è espresso anche nel film appena uscito: la Parthenope scritta da Sorrentino nasce in mare come una vera sirena.
Sullo schermo Parthenope è tanto bellissima e seducente quanto sensibile e sedotta, dal potenziale successo e dal sapere, aspirazioni riflesse rispettivamente nel voler tentare la carriera d’attrice e nel realizzarsi in quella accademica.
La giovanissima Celeste Dalla Porta è il nuovo talento scoperto che rende viva Parthenope al di là della leggenda. Tutti le dicono che ha sempre la risposta pronta, che ha sempre una risposta ad effetto da dare, ma che in realtà non è mai la verità, Parthenope, invece, non riesce a rispondere alla domanda per lei più importante: che cos’è l’antropologia?
“Sono stata triste e frivola, determinata e svogliata. Come Napoli.” Parthenope ha questo nome perché è Napoli stessa e in lei si riconosce e identifica. Forse per pigrizia e semplicità addossa alla città la colpa delle sue scelte di cui porterà per sempre addosso il peso delle conseguenze.
Sofia Fasano