“Pilato, vedendo che non otteneva nulla, ma che si sollevava un tumulto, prese dell’acqua e si lavò le mani in presenza della folla, dicendo: «Io sono innocente del sangue di questo giusto; pensateci voi” (Matteo 27, 24)
L’immagine di Ponzio Pilato che si lava le mani di fronte alla folla inferocita, decidendo così il destino di Gesù, è diventata un’icona culturale che rappresenta la volontà di sottrarsi alle proprie responsabilità. Questa gestualità, carica di significato, è stata tramandata nei secoli e continua a risuonare nelle nostre coscienze.
Dal punto di vista psicologico, il gesto di Pilato rappresenta un meccanismo di difesa che ci permette di evitare il senso di colpa e l’ansia legati alle nostre scelte. Quando ci troviamo di fronte a una situazione difficile, tendiamo a proiettare la responsabilità su altri, a giustificare le nostre azioni o a minimizzare il loro impatto. Questo meccanismo, sebbene comprensibile, può avere conseguenze negative sulla nostra integrità morale e sulle nostre relazioni interpersonali.
La filosofia ci invita a riflettere sulla natura della responsabilità e sul nostro ruolo nel mondo. I filosofi antichi, come Socrate e Kant, hanno sottolineato l’importanza di agire in modo etico e di assumersi le conseguenze delle proprie azioni. La filosofia ci insegna che la libertà comporta anche la responsabilità e che non possiamo sottrarci al nostro dovere di fare il bene.
Il cristianesimo, attraverso la figura di Gesù, ci offre un modello di comportamento alternativo. Gesù, di fronte alla sofferenza e all’ingiustizia, ha scelto di amare e di perdonare, anche a costo della propria vita. La sua figura ci invita a superare l’egoismo e a mettere gli interessi degli altri al primo posto.
Sottrarsi alle proprie responsabilità, come fece Pilato, ha delle conseguenze sia a livello individuale che collettivo. A livello individuale, può portare a un senso di vuoto interiore, a una perdita di autostima e a difficoltà nel costruire relazioni significative. A livello collettivo, può portare a un’erosione dei valori e a una società sempre più individualista e indifferente.
L’espressione “lavarsene le mani” ci invita a riflettere sul nostro modo di essere nel mondo. Ci spinge a chiederci:
Quali sono le mie responsabilità?
Come posso contribuire a creare un mondo migliore?
Sono disposto a mettermi in gioco per difendere ciò in cui credo?
Per rispondere a queste domande, possiamo dobbiamo coltivare la consapevolezza prestando attenzione ai nostri pensieri, alle nostre emozioni e alle nostre azioni, assumerci le nostre responsabilità e riconoscere i nostri errori cercando di riparare i danni causati.
L’espressione “lavarsene le mani” è un monito a non ripetere gli errori del passato. Ci invita a essere protagonisti attivi della nostra vita e a costruire un mondo migliore per noi stessi e per le generazioni future.
Antonio Calisi