“Chiedete e vi sarà dato; cercate e troverete; bussate e vi sarà aperto. Perché chiunque chiede riceve, e chi cerca trova, e a chi bussa sarà aperto” (Matteo 7,7-8).
Le parole di Gesù, riportate nel Vangelo di Matteo, sono un invito pressante all’azione. Non sono una promessa vaga di un premio futuro, ma un’esortazione concreta a mettersi in cammino, a cercare, a desiderare.
“Chi cerca trova” è un principio che trascende il contesto religioso, toccando corde profonde nell’animo umano. È l’eco di una verità antica, presente in ogni cultura: la verità si conquista, non si riceve passivamente. La ricerca è un percorso che richiede impegno, perseveranza e un’apertura costante verso ciò che è nuovo.
Questa frase, però, non va interpretata come una semplice esortazione all’autosufficienza. Al contrario, essa sottolinea l’importanza della relazione con Dio. È come se Gesù ci dicesse: “Io sono qui, pronto ad accoglierti, ma devi fare la tua parte. Devi cercare, desiderare, bussare”. In altre parole, la Provvidenza divina non ci esonera dall’impegno personale. Anzi, ci stimola a dare il meglio di noi stessi.
La ricerca di cui parla Gesù non è limitata alla sfera religiosa. Essa coinvolge ogni aspetto della nostra vita: le relazioni interpersonali, il lavoro, lo studio, la creatività. Cercare significa volersi conoscere meglio, scoprire i propri talenti, superare i propri limiti.
Le parole di Gesù ci spingono a uscire dalla nostra zona di comfort, a metterci in gioco, a rischiare. Ci invitano a coltivare la curiosità, a porci domande, a non accontentarci delle risposte facili.
“Chi cerca trova” è un invito alla vita piena. È un invito a non aver paura di sognare, di desiderare, di sperimentare. È un invito a scoprire la bellezza del mondo e di noi stessi.
Antonio Calisi
