Sono tante le figure storiche precursori di una lotta femminista che incoraggiano ancora oggi la donna verso la parità dei sessi, e una di quelle è Christine de Pizan.
Spesso italianizzata in “Cristina da Pizzano”, è stata un’importante donna di lettere diventata già nel XVI secolo la prima storica e scrittrice di professione riconosciuta in Europa tra tutti gli autori e le autrici in un’epoca quale quella medievale.
Fu grazie al padre, astrologo italiano alla corte del re francese, che poté godere di un’educazione letteraria, accedendo direttamente alla ricca biblioteca voluta e finanziata da Carlo V. Iniziò così, ancora molto giovane, a comporre poesie e ballate.
Non aveva neanche sedici anni quando si sposò, ma il marito morì ben presto a causa di un’epidemia nel 1390. La perdita dell’amato marito e la situazione precaria in cui era sprofondata la sua famiglia, una volta venuto a mancare il sostegno del nuovo sovrano, spinse Christine a una vita più autonoma e impegnata, prerogativa, a quei tempi, esclusa alle donne. Decise di fare della sua passione il suo lavoro e dunque vivere della sua penna, divenendo la prima donna laica a farlo.
E se Christine de Pizan non ha ancora stupito il lettore, si pensi al trattato composto sulla guerra, impensabile questione di cui una donna potesse scrivere, “Le livre des faits d’armes et de chevalerie”, risalente al 1410 circa, in cui la filosofa affronta tra i temi più tecnici, quali le qualità di un buon capo militare, l’organizzazione dell’esercito, la logistica, la strategia, la tattica, l’artiglieria e molto altro, combattendo un antico pregiudizio e una misoginia antelitteram.
Infatti, differentemente dall’uso dell’epoca, per le sue opere la poetessa traeva spunto dalla propria esperienza di vita piuttosto che dal materiale religioso. Del 1405 è “La cité des dames” (“La città delle donne”) nel cui esaltava le donne illustri e immaginava un governo tutto al femminile. Un anno prima, invece, ha redatto una biografia del sovrano Carlo V di Francia.
Sofia Fasano