Il film “Il ragazzo dai pantaloni rosa”

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Il 7 novembre 2024 è uscito nelle sale italiane il film “Il ragazzo dai pantaloni rosa”, diretto dalla regista Margherita Ferri, che racconta la drammatica storia di Andrea Spezzacatena, un adolescente romano toltosi la vita a causa del bullismo e cyberbullismo subito. La pellicola, che si iscrive nel genere biografico e drammatico, illustra vividamente gli insulti dal carattere prettamente omofobo che sopportava quotidianamente Andrea, tali da condurlo a commettere un gesto estremo il 20 novembre 2012, scaturito dall’emarginazione e la violenza. L’interpretazione di Teresa Manes, madre del giovane quindicenne, è stata fatta magistralmente da Claudia Pandolfi, grazie alla quale vediamo riproposto sullo schermo il rapporto di amore incondizionato e pieno che viveva col figlio, incarnato dal promettente Samuele Carrino.
La sceneggiatura, scritta da Roberto Proia, si ispira al libro “Andrea. Oltre il pantalone rosa”, realizzato dalla mamma del ragazzo al centro della vicenda, nel quale Teresa Manes si sofferma sul dramma sociale e collettivo, oltre che su una tragedia personale, avendo l’autrice trasformato il dolore individuale per la perdita del figlio in forza per lottare contro ogni genere di bullismo e sopraffazione. Nel film come nella realtà, infatti, a scatenare il susseguirsi di eventi è proprio un accadimento casuale, vale a dire un paio di pantaloni rossi, divenuti rosa una volta stinti in lavatrice. La delicatezza della narrazione si ritrova nel tema musicale principale, rappresentato dal brano “Canta ancora” di Arisa.
Il bullismo, del resto, rappresenta ancora oggi nel nostro Paese un fenomeno sempre più in crescita, come testimoniato dai dati pubblicati da Amnesty, secondo cui il 15% degli studenti fra i 12 e i 18 anni ha vissuto atti di bullismo e più del 10% ha affermato di aver sofferto atti di esclusione; infatti, per volontà dell’Osservatorio Nazionale Bullismo e Disagio giovanile, il film è stato proiettato durante la Giornata delle Forze Armate, tenutasi il 4 novembre di quest’anno, davanti a 600 ragazzi della provincia di Roma, quale opera cinematografica manifesto contro l’omofobia.
Maria Elide Lovero
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