Durante gli anni Sessanta, in Spagna la dittatura franchista instaurò un regime di controllo sulla società, attraverso l’esercizio della censura sulla stampa e sulle altre attività creative, come la letteratura e la musica. Inoltre, furono vietate le lingue locali che non fossero lo spagnolo “standard” castigliano, come il galiziano, il basco o il catalano, come repressione dell’individualità di queste regioni e della loro spinta di ribellione.
Immagine da Popsike.
In questo clima che non lasciava spazio a nessuna speranza di libertà, la musica giocò un ruolo di resistenza. In particolar modo, la musica leggera italiana era un punto di riferimento in Europa tanto che furono alcuni protagonisti della scena del momento a reinterpretare alcuni propri brani in catalano. Nel 1965 Donatelli Moretti, Jimmy Fontana, Rita Pavone e Gianni Morandi hanno collaborato a un 45 giri registrando i loro successi in catalano, rispettivamente: “Ti vedo uscire” (diventato “He vist com sorties”), “Il mondo” (“El món”), “Lui” (“Ell”), “Se non avessi più te” (“Si no et tingués ja mai més”).
In più, l’anno successivo Rita Pavone, che vantava già versioni in tedesco, francese, spagnolo e inglese delle sue canzoni più famose, incise un EP interamente in catalano, “Rita Catalana”, in cui figurano “Solo tu” (“Només tu”), “Plip”, “Supercalifragilistichespiralidoso” (“Supercalifragilistic-Expialidosos”, colonna sonora del film “Mary Poppins”), “Stasera con te” (“Aquest vespre amb tu”).
Sofia Fasano
