L’annuncio di un incremento di appena 1,80 euro mensili per le pensioni minime a partire da gennaio 2025 ha suscitato un’ondata di critiche e indignazione tra i pensionati italiani e le forze politiche. Questo aumento, che porta l’assegno mensile da 614,77 a 616,57 euro, è stato percepito come una misura insufficiente e offensiva nei confronti di chi già vive in condizioni economiche precarie.
Un aumento irrisorio
La rivalutazione dello 0,8% applicata alle pensioni minime, che si traduce in un incremento di soli 1,80 euro al mese, è stata determinata sulla base dell’indice Istat che misura l’inflazione. Tuttavia, questo adeguamento risulta del tutto inadeguato rispetto all’aumento del costo della vita, lasciando i pensionati in difficoltà nel far fronte alle spese quotidiane. Secondo quanto riportato da *ItaliaOggi*, senza la rivalutazione eccezionale del 2,2% prevista nel disegno di legge di Bilancio 2025, l’assegno sarebbe addirittura sceso a 603,39 euro mensili, evidenziando la fragilità del sistema di adeguamento attuale.
Reazioni politiche
Esponenti politici hanno espresso forte disappunto per l’esiguità dell’aumento. Matteo Ricci, europarlamentare del Partito Democratico, ha dichiarato: “Al posto di questa maggioranza di governo mi vergognerei a dire di aver aumentato le pensioni minime. Averle aumentate di un euro e ottanta centesimi è un insulto a coloro che percepiscono le pensioni minime”. Anche Elly Schlein, segretaria del PD, ha definito l’aumento una “beffa” per i pensionati.
Il contesto economico
L’inflazione in Italia ha subito una decisa frenata nel 2024, attestandosi tra l’1% e l’1,5%, rispetto al 5,4% dell’anno precedente. Questo rallentamento ha portato a una rivalutazione minima delle pensioni, con aumenti esigui anche per gli assegni più alti. Ad esempio, chi percepisce una pensione di 2.000 euro mensili vedrà un incremento di soli 16 euro.
Le promesse disattese
Durante la campagna elettorale, erano state avanzate proposte per portare le pensioni minime a 1.000 euro mensili. Tuttavia, queste promesse non si sono concretizzate, lasciando i pensionati con aumenti simbolici che non migliorano la loro situazione economica.
L’aumento di 1,80 euro mensili per le pensioni minime rappresenta una misura insufficiente e offensiva per milioni di pensionati italiani che affrontano quotidianamente difficoltà economiche. È necessario un intervento più incisivo da parte del governo per garantire un tenore di vita dignitoso a chi ha contribuito per anni al progresso del Paese.
Francesco Saverio Masellis