Il film francese “Babbo Natale è una spazzatura” (“Père de Noël est une ordure”) del 1982, adattamento dell’omonima opera teatrale del 1979, portò sui grandi schermi quel che ogni anno si esacerba tristemente in questo periodo: benché diversi studiosi abbiano smentito il mito dell’aumento festivo dei suicidi, a dispetto di altri come Jule Eisenbud che affermava, invece, un sostanziale incremento di manifestazioni nevrotiche tali da sfociare in gesti estremi, è indubbio che solitudine e povertà appaiano più evidenti nel periodo natalizio. Nel suddetto film, ambientato la sera di Natale, al numero verde parigino di un’associazione creata per assistere chi avverte il peso della solitudine, i volontari vengono disturbati da una serie di strambe figure: un vicino di casa bulgaro invadente, un travestito depresso e una coppia dall’agire macabro. Inoltre, le peripezie cui i personaggi vanno incontro, fra cui un Babbo Natale che sparge violenza e morte anziché doni, appaiono tanto comiche che la pellicola, appartenente al genere della commedia burlesque, è divenuta una pietra miliare della cultura francese, che tuttavia non trascura l’aspetto sociale della vicenda, garantendo, dunque, un divertimento con accenti di malinconia.
Maria Elide Lovero