Un clima gelido invernale ha fatto capolino questo mese in perfetta combinazione con il solstizio d’inverno, avvenuto lo scorso 21 dicembre, un periodo ricco di celebrazioni per l’avvento del Natale e dell’anno nuovo. Ma come festeggiavano le antiche popolazioni il solstizio d’inverno?
Prendeva il nome di Yule, almeno secondo la tradizionale e pagana ruota dell’anno che rappresenta lo scorrere delle stagioni, nonché un insieme di celebrazioni in occasione di sabbat maggiori o minori (ossia gli equinozi e i solstizi). Le radici di questo termine affondano nelle lingue germaniche, più precisamente nordiche: in finlandese Joulu significa Natale. Joulupukki, una figura natalizia appartenente al folklore nordeuropeo, significa letteralmente, invece, “capra di Natale” o “di Yule” fino ad assumere il significato moderno del meglio noto “Babbo Natale”. Un altro mito invernale, tipico questa volta del folklore islandese, riguarda Grýla, un’entità mostruosa caratterizzata spesso per il suo appetito per i bambini. Il personaggio nella sua variante femminile è anche la leggendaria madre dei Yule Lands (da jól che in islandese vuol dire Natale).
Un’altra figura oscura che popola le storie del folklore invernale pagano è Krampus, la nemesi di San Nicola. A proposito del santo patrono di Bari che ha ispirato la figura di Santa Claus nel mondo, recentemente a Demre, una cittadina in Turchia sorta dalle rovine di Myra, dove è morto il santo, è stato rinvenuto un sarcofago che potrebbe essere proprio il suo.
Un altro nome della festa per la notte più lunga dell’anno è secondo la tradizione druidica Alban Arthuan, che deriva dal gallese e significa “luce dell’inverno”.
Le atmosfere del solstizio d’inverno non si limitano però agli ambienti nordici e possono raggiungere altri luoghi dove in passato è stato altrettanto importante. All’alba del 21 dicembre, infatti, a Luxor, in Egitto, in centinaia hanno assistito allo spettacolare inizio dell’inverno astronomico, segnato dal momento esatto in cui il sole si allinea precisamente con l’asse dell’antico Tempio di Amon-Ra, nel villaggio di Karnak.
Avendo scoperto grazie a questo excursus le radici precristiane del solstizio d’inverno, vi si augura una coscienza più profonda dello spirito e della magia del Natale.
Sofia Fasano