Nel mese di ottobre scorso è stato posto in opera, oltre a una recinzione sul tratto di via Sant’Andrea a confine del Municipio, anche un cancello a due ante, all’inizio della rampa, retrostante l’edificio stesso, attraverso cui si accede al seminterrato, all’epoca destinato ad archivio comunale. Non intendo qui disquisire sulla modalità del sistema di chiusura della rampa, né del materiale di costruzione, come pure, dell’adeguatezza o meno di detta installazione con il contesto edilizio. Ciò anche per il fatto che, allo stato, non mi è stato possibile rintracciare l’ordinativo con cui è stata disposta l’esecuzione di quell’intervento e la relativa spesa della commessa, né tanto meno l’Unità direzionale che se n’è fatto carico.
Trovo, tuttavia, difficoltà a comprendere quali siano state le ragioni per cui si è avvertito la necessità di mettere un’altra chiusura all’inizio dello scivolo carrabile oltre alla serranda che già assicura, al suo ingresso, l’ambiente interrato del Municipio.
Insomma perché è stato posto un’ulteriore cancello, quando lo scantinato è stato, da sempre, provvisto di una serranda, sul varco d’accesso, che ne impedisce l’intrusione abusiva in quell’ambiente, peraltro scarsamente utilizzato?
La domanda è d’obbligo dal momento che il nuovo sistema di chiusura ha sempre le due ante spalancate, tanto di notte che di giorno, per cui chiunque voglia accedervi alla rampa fino all’ingresso dell’interrato, può farlo liberamente.
Dunque, a cosa serve quel cancello se lo si tiene sistematicamente spalancato?
Un altro esborso di denaro pubblico per un’opera di alcuna utilità?
Giuseppe Maldarella