La Ciutat de les Arts i les Ciences, complesso neofuturista a Valencia

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A Valencia, una delle città più popolose della Spagna, ha sede un importante complesso museale che ha la particolarità di essere uno dei progetti più importanti realizzati dall’architetto spagnolo Santiago Calatrava. Si tratta della celebre Ciutat de les Arts i les Ciences, ovvero la Città delle Arti e delle Scienze. In questo articolo analizzeremo la storia e la particolarità di questi edifici, che di certo non passano inosservati all’interno del tessuto urbano della città iberica.

Il complesso venne realizzato laddove si trovava la foce del fiume Turia, che attraversava originariamente Valencia, finché non venne deviato ad opera del Plan Sur, dopo la disastrosa alluvione del 1957 conosciuta come “la gran riada”. Lungo il letto del fiume venne realizzato l’imponente Jardin del Turia, un vasto parco pubblico che termina, appunto, con la Ciutat.

Il progetto venne ideato nel 1989 dall’allora presidente della Generalidad Valenciana, Joan Lerma, che si ispirò alla Cité des sciences et de l’industrie di Parigi. La redazione di una prima proposta venne affidata allo scienziato Antonio Ten Ros, il quale presentò il progetto nel 1991. L’idea era di dare a Valencia un complesso turistico e culturale che fosse emblematico. Il progetto prevedeva una torre di telecomunicazioni di quasi 400 metri di altezza, un cinema, un planetario e un museo vero e proprio. Il costo dell’opera era stimato in 20 miliardi di pesetas, circa 120 milioni di euro.

Si decise di incaricare Santiago Calatrava per realizzare i disegni delle strutture. Ma il cambio di governo della Generalidad portò a una completa revisione del progetto: in particolare, si optò per eliminare la torre e sostituirla con un nuovo edificio da destinare a teatro e si deliberò l’aggiunta di un’ulteriore struttura, ovvero un acquario. Nel ’96 venne presentato il progetto definitivo e subito vennero iniziati i lavori. Già nel ’98 era pronto il primo edificio, l’Hemisfèric, mentre le ultime strutture vennero completate e inaugurate tra il 2005 e il 2009.

Il complesso è caratterizzato da uno stile neo-futurista, con cui si identifica un movimento d’avanguardia che ripensa sia l’estetica che la funzionalità delle città, in un rapporto di equilibrio con l’ambiente circostante. È così che, ad esempio, le fonti d’acqua che avrebbero impedito la costruzione della torre di telecomunicazioni sono state impiegate per la realizzazione di vasti specchi d’acqua, che vanno a colmare gli spazi vuoti tra i diversi edifici della Ciutat.

Andiamo, quindi, a considerare singolarmente gli edifici che compongono la Ciutat. Il primo che si incontra giungendo dal Jardin del Turia è il Palau de les Arts Reina Sofia: esso è il teatro dell’opera della città di Valencia, con una superficie di circa 40.000 metri quadri, un’altezza di 75 metri e un totale di quattro diverse sale. La capacità totale è di circa 4000 persone tra le diverse sale. La superficie esterna è interamente coperta in trencadìs, una sorta di mosaico tipico spagnolo, che ha determinato grossi problemi fin dall’inaugurazione dell’edificio, culminati con la completa sostituzione delle tessere che spesso si staccavano dalla facciata.

Il secondo edificio che si incontra è l’Hemisferic, che ospita il planetario e il cinema IMAX. La forma semisferica, come suggerisce il nome, finisce per rappresentare un gigantesco occhio umano riflettendosi nello specchio d’acqua che circonda l’edificio. Rappresenta l’edificio più basso della Ciutat (26 metri) e il primo ad essere stato inaugurato.

Il terzo edificio è il Museo de las Ciencias Prìncipe Felipe, dedicato alla scienza e alla tecnologia. Aperto al pubblico nel 2000, ha una superficie complessiva di 26.000 metri quadri di esposizioni, sia temporanee che permanenti. Ospita uno dei pendoli di Foucault più grandi al mondo.

Lateralmente si pone l’Umbracle, costituito da una serie di archi, fissi e mobili, che coprono una superficie lunga 320 metri e larga 60, interamente destinata a giardino. Questo presenta un viale in legno di teck, impiegato per la sua resistenza alle aggressioni climatiche. Al di sotto del giardino si trova un vasto parcheggio a servizio del complesso.

Poco oltre il Museo si trova il Puente de l’Assut de l’Or, un ponte strallato che attraversa il letto del fiume Turia e presenta una torre di 125 metri di altezza, il punto più alto dell’intera Valencia.

Dopo il ponte è presente l’Agora, una piazza coperta di 5000 metri quadri che ospita concerti ed eventi sportivi come il Torneo ATP di Valencia. Completa la Ciutat l’Oceanografico, che rappresenta l’acquario più grande d’Europa, con 110.000 metri quadri di superficie e 42 milioni di litri d’acqua. In esso sono rappresentati tutti i principali ambienti marini mondiali: mediterraneo, umido, mare temperato, mare tropicale, oceano, antartico, artico, isole e Mar Rosso. Ospita inoltre un delfinario con una profondità di 11 metri.

Si può ben dire come la Ciutat sia divenuto nel tempo un vero e proprio simbolo di Valencia, che ben affianca gli altri monumenti più o meno antichi del centro iberico, coniugando aspetti meramente turistici ad aspetti culturali dei più disparati settori.

Giuseppe Mennea

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