Già da qualche settimane operatori attrezzati con decespugliatore sono intenti a liberare la città dalla vegetazione spuntata all’interno degli alvaretti delle alberature, di torno alle aiuole dei giardini, per le strade, lungo le sconnessioni dei marciapiedi e dei cordoli della pista ciclabile cittadina, e, perfino, negli interstizi di muri e recinzioni. Fenomeno, quello della proliferazione di ogni tipo di verde infestante, dovuto, in particolar modo, alle anomale condizioni meteo di questi mesi, con una primavera incerta, particolarmente umida, che favorisce l’esplosione della natura vegetale in tutte le sue forme. Senza meno il Comune, quest’anno, ha attivato, in tempo utile, l’azienda appaltatrice della manutenzione, per un “giro di pulizia” delle strade e degli spazi pubblici per lo sfalcio e diserbo di ogni specie arbustiva e selvatica. In alcuni casi la presenza di sterpaglie si dirama anche da ambiti non demaniali o da suoli in abbandono, per cui si dovrebbe trovare il modo di indurre, nel contempo, anche i privati a fare altrettanto, in particolar modo quando il verde spontaneo “sconfina” vistosamente su aree e spazi pubblici, con tutte le problematiche annesse e connesse, non solo di carattere estetico, ma anche di sicurezza. L’ultima volta che ho visto gli operatori a lavoro erano intenti a falciare l’erba lungo via Ten. Michele Fiorino, nei pressi del varco di accesso al giardino retrostante la scuola materna comunale “S. Tommaso”, per la verità poco curato. Sul lato opposto della strada vi è l’ingresso al viale e annesso parco dell’ex casa di riposo “S. Francesco”, il cui edificio è, ormai, sottoposto a lavori di ristrutturazione complessiva, già dal 2017. Ebbene, tutta la parte antistante la fabbrica stessa, allo stato, interamente ingabbiata da ponteggio, è interessata da una vasta macchia spontanea di arbusti e cespugli selvatici e il sottostante terreno è divenuto ricettacolo di rifiuti. Naturalmente il cancello d’ingresso a quella proprietà è sbarrato da anni e la vegetazione ha assunto quasi la forma arborea, tant’è che è divenuta anche rifugio di animali randagi e di famiglie di volatili. Soprattutto per ragioni di salubrità dell’intera zona cittadina, necessita fare un radicale disboscamento in quella realtà abbastanza ampia, dal momento che, da circa un decennio l’intero parco è in una situazione di completa incuria, da quando la struttura ha cessato di ospitare anziani.
E l’intera isola urbana, cui è in rifacimento strutturale l’originario edificio, ora definito, con termine altisonante, “Centro di socializzazione polifunzionale per anziani”, in ragione dei finanziamenti, in gran parte di provenienza del PNRR, è di proprietà comunale. Tuttavia nessuna azione è stata giammai messa in atto per tenere quel compendio immobiliare in un certo decoro e preservarlo dal prodursi di rischi per la salute urbana, stante, peraltro, accostato al sito edilizio in questione, l’ex convento dei Cappuccini, ceduto in parte al RTS “Filippo Cortese”, esercente la Scuola di Musica cittadina e lo stesso mercato giornaliero.
E’ di tutta evidenza che, in tutto questo periodo, non si è fatto alcun che di pulizia su quel vasto piazzale, anche perché quello spazio rientra nel piano progettuale del nuovo Centro sociale polifunzionale, come verde pubblico, ed è, pertanto, compreso nel cantiere dell’impresa appaltatrice dei lavori. E, difatti, l’unica Direzione comunale che si occupa del sito è la Direzione tecnica dei Lavori Pubblici che ha la gestione dell’appalto, finalizzato alla ristrutturazione e al recupero funzionale del vecchio fabbricato a Centro di integrazione sociale, affidato all’impresa Vitangelo Campanelli, attualmente S.r.l., a socio unico.
E’ comprensibile che un’opera di disboscamento e di pulizia del sito richiederebbe un intervento appropriato e forse anche una cospicua spesa che, allo stato, non pare sia in programma tra le operazioni di diserbo che il Comune sta compiendo, tenuto conto che l’area di che trattasi è nel recinto del cantiere della impresa Campanelli.
E, dunque, non mancherebbero, a ragion veduta, le condizioni per intimare alla stessa impresa appaltatrice di intervenire con un primo disboscamento del piazzale, ormai intricato di vegetazione arbustiva spontanea, e magari risanarlo con il recuperare e smaltire i rifiuti che, a lungo, si sono accumulati sul sito.
Né, credo, l’impresa Campanelli possa tergiversare, più di tanto, ad eseguire un minimo di pulizia su quel piazzale, in sua diretta consegna sin da quando ha circoscritto il cantiere edile per la riconversione strutturale dell’ex casa di riposo, dopo la stipula del contratto d’appalto rep. N.2767 del 7.11.2023.
La Direzione tecnica comunale, che intrattiene il contrato d’appalto dei lavori in questione, non l’ha forse favorita l’impresa quando, su sua richiesta del 24 ottobre 2024, le ha corrisposto, subito, l’importo di € 397.210,00, con IVA al 10%, quale compenso per il 1° Stato d’avanzamento lavori, nonostante non avesse raggiunto la soglia del 20% del valore di esecuzione delle opere, così come previsto dall’art. 26, c.1 del capitolato speciale d’appalto?
Non è forse trascorso, da tempo, il termine dei 300 giorni naturali e consecutivi, dal 7 novembre 2023, giorno in cui e stato aperto il cantiere, concordato per la consegna dell’opera, completa in ogni sua parte e a regola d’arte?
A meno, naturalmente, che non sia intercorso, per qualche ragionevole sopravvenienza, un accordo con la Direzione comunale appaltante che abbia spostato, oltre i 300 giorni, il termine contrattuale di fine lavori.
E, se è così, a quando l’ultimazione di riqualificazione del manufatto dell’ex casa di riposo, considerato che la Giunta comunale, ancorché in composizione ridotta, si è impegnata, di già, a verificare se ricorrano i presupposti tecnici e legali perché per la gestione del nuovo Centro sociale polifunzionale si possa ricorrere alla procedura di project finacing?
Sta di fatto, comunque, che il cartello informativo, riepilogativo dei termini e delle condizioni tecnico-economiche dell’appalto, posto dall’impresa Campanelli al cancello d’ingresso alla struttura, porta come consegna dell’opera il termine di 300 giorni dall’apertura del cantiere, sottoscritta con verbale del 7.11.2023.
Giuseppe Maldarella