È QUALCOS’ALTRO LA DISSONANZA POLITICA TRA IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E IL SINDACO DI GIOVINAZZO?

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E’ da mesi che serpeggia una contrapposizione nella maggioranza al governo di Giovinazzo tra il Presidente del Consiglio Comunale e il Sindaco, dott. Sollecito, palesatasi solo a seguito della mancata elezione di quest’ultimo a consigliere della Città Metropolitana di Bari. Un contrasto che non è mai approdato a una risolutiva chiarificazione né, tanto meno, sfociato in una vera e propria crisi politica, nonostante il dott. Sollecito avesse manifestato, d’istinto, di volere un confronto con gli alleati, che consentirono la sua elezione a Sindaco, alla scopo di poter essere garantito nella prosecuzione del suo mandato. Al di là di tale proposito, mai messo in atto dal dott. Sollecito, così pure, da parte dissidente, di pur manifeste iniziative di contrarietà a scelte amministrative del governo, non si è giammai registrata, nell’assise comunale, una presa di posizione netta di secessione dalla maggioranza del movimento “Noi per Giovinazzo”.  Gruppo politico che, come è noto, esprime in Consiglio un unico rappresentante, proprio nella persona del sig. Cervone, eletto a Presidente del Consiglio dall’aggregazione elettorale capeggiata dal dott. Sollecito. Eppure di provvedimenti portati, in questi mesi, all’esame e approvazione del Consiglio, non sono per niente trascurabili e, anche di una certa importanza, ma mai che si è posto a dibattito l’incomprensibile strappo nella maggioranza del gruppo “Noi per Giovinazzo” e le ragioni reali dell’inaspettato dietrofront.

Ora, però, si è arrivati al momento in cui questi protagonisti della politica locale dovranno porre fine a tutta questa strana ed anomala ambiguità. Il Consiglio, infatti, prossimamente sarà chiamato ad approvare il bilancio triennale 2025-2027 e, in particolare, l’azione di governo del 2025, in ragione delle risorse economico-finanziarie che l’Esecutivo dovrà mostrare di poter disporre con la presentazione dello schema di bilancio già varato con atto di Giunta.

Ci viene dato, perciò, in quella sede consiliare di confronto e dibattito sul documento gestionale 2025, poter rilevare se la perdurante tensione tra le due autorevoli figure istituzionali abbia un sostanziale riflesso sull’attuale compagine partitica al potere. Nel senso che il movimento “Noi per Giovinazzo” possa ritenersi o meno ancora una fazione del dott. Sollecito, e, dunque, compartecipe dei risultati del suo governo, a seconda che approvi o meno il bilancio 2025. Perché, in ragione di quello che sarà l’atteggiamento che il Presidente Cervone terrà nel corso della disamina del piano economico-finanziario del governo cittadino e, dunque, della sua conseguente dichiarazione di voto, diventerà palese se lo schieramento, a sostegno del dott. Sollecito, rimanga o meno stabile, per quel che è il numero dei componenti dell’originaria formazione consiliare, in forza della quale ebbe a insediarsi al Palazzo. Un eventuale voto contrario al Bilancio, ma pure d’astensione, di Cervone, andrà a ufficializzare, senza alcun dubbio, l’uscita del movimento civico “Noi per Giovinazzo” dall’entourage con cui, finora, il dott. Sollecito ha governato; quella stessa compagine maggioritaria, peraltro, che ebbe a eleggere Cervone alla Presidenza del Consiglio. In tal caso per correttezza politica il Sindaco dovrebbe prendere pubblicamente atto di tale circostanza e non potrà più far finta che non sia successo niente per quello che è la cerchia dei suoi federati e, soprattutto, in quali termini conti, ancora, la sua maggioranza.  Dico questo, anche in considerazione del fatto che un altro consigliere di maggioranza, da tempo, ormai, non interviene in Consiglio, allorquando si tratta di approvare provvedimenti di interesse particolare per l’andamento gestionale, nonostante abbia ricevuto dal Sindaco uno speciale incarico di studio per l’organizzazione, in loco, dei presidi medico-sanitari, in collaborazione, naturalmente, con le Istituzioni preposte a garantire tali servizi (Decreto Sindacale n.10 del 3 agosto 2022).

E, dunque, è da dire che ci sono tutte le avvisaglie che, nel prossimo Consiglio, il movimento “Noi per Giovinazzo”, nella persona di Cervone, si allinei alle posizioni della minoranza e si esprima con un voto contrario al Bilancio di previsione 2025.  Di fatto già nella seduta consiliare del 23 dicembre scorso, in cui è stata approvata tutta una serie di provvedimenti utili per la configurazione economico-funzionale del documento di bilancio, il Presidente Cervone ha votato difformemente dalla maggioranza dichiarandosi contrario all’approvazione di detti atti, alla stregua degli altri consiglieri dell’opposizione, che hanno visto accrescersi la consistenza dell’area di minoranza.

Corre, tuttavia, chiarire che, verificandosi una tale evenienza, il sig. Cervone non decade, in alcun modo, dalla carica di Presidente del Consiglio per non aver votato, quale Consigliere, il bilancio di previsione 2025. Ciò in quanto, ai sensi di quanto disposto dal D.lgs. n. 267/2000, la sua carica a presiedere l’Assise comunale è del tutto autonoma, dagli altri due Organi della Municipalità: il Sindaco e la Giunta, ancorché la sua elezione sia scaturita, all’insediamento dell’Amministrazione, da una considerazione fiduciaria di quella stessa maggioranza da cui verrebbe ora a separarsi con il suo gruppo “Noi per Giovinazzo” mediante la mancata approvazione del bilancio.

Una tale situazione potrebbe apparire paradossale ma, in realtà, è del tutto ammissibile in base al Testo Unico degli Enti locali, in quanto l’ufficio di Presidente del Consiglio ha una duplice valenza: comporta, in capo a chi lo ricopre, funzioni di organo autonomo nei compiti di direzione e coordinamento delle attività del Consiglio e, contestualmente, sarebbe anche espressione dello schieramento politico che lo elegge a detta carica e, quindi, sarebbe a questo legato da un rapporto fiduciario. Per cui la più volte annunciata decisione di uscire dalla maggioranza, pur screditando Cervone per il venir meno dell’affidabilità del suo gruppo al perseguimento del progetto di governo, cui originariamente aveva aderito, non vanifica la sua funzione di Presidente della Assise civica, quale organo istituzionale della municipalità, in posizione di neutralità riguardo a tutti gli schieramenti presenti in Consiglio. Insomma non potrà giammai ritenersi decaduto da quell’incarico, né è fattibile che i gruppi politici, tuttora fedeli al dott. Sollecito, possano attivare una mozione di revoca nei suoi confronti.  A meno che Cervone, dichiarandosi con il suo movimento fuori dalla maggioranza, non si spinga ad assumere, nel ruolo di Presidente del Consiglio stesso, comportamenti che intralcino il procedere della regolare funzionalità del Consesso civico o si renda artefice di esternalizzazioni e di giudizi, particolarmente, critici sull’operato dell’Amministrazione o, comunque, di comportamenti ufficiali che comprovano una evidente perdita di neutralità politica nei confronti dei gruppi consiliari. Fatti che, ad avviso della attuale orientamento giurisprudenziale, possano, in qualche modo, essere motivo per la presentazione da parte dei restanti gruppi di maggioranza di una mozione di sfiducia nei suoi confronti e, perfino, di revoca dall’incarico di Presidente.

Ritengo siano queste le ragioni per cui la contestazione politica del Movimento rappresentato da Cervone la si è tenuta, per lo più, sotto traccia, senza arrivare ad una clamorosa e aperta rottura da quel che era, in origine, la compagine partitica a sostegno della candidatura a Sindaco del dott. Sollecito. Così pure non escluderei che, proprio per il fatto che la rissa politica la si sia voluta tenere sotto tono, non abbia potuto assume, in qualche modo, anche i contorni di uno scontro personale e, magari, non senza colpi bassi.

Giuseppe Maldarella

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