Dall’attorietà guascona di Depalma alla recitazione demagogica di Sollecito. Non cambia rotta il sistema di potere che governa la città

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Sono stati, da poco, ultimati tutti gli incombenti istituzionali per il subentro a Depalma del dott. Sollecito, vincitore della competizione elettorale della scorsa primavera, e la conseguente investitura degli Assessori, correlata all’approvazione del Documento espositivo delle “Linee politico-programmatiche”, presentato dal Sindaco alla nuova Assemblea consiliare, appena insediatasi.

L’informativa, lanciata nella circostanza, secondo cui la strategia politica del dott. Sollecito sarebbe stata diversa da quella del predecessore che, nel corso del suo decennio da Primo Cittadino si è identificato in una specie di Tribuno imperioso, è stata, alquanto, contraddetta. E tanto è apparso subito all’evidenza, appena costatato il ricorso al solito criterio spartitorio, cui non si è sottratto il dott. Sollecito, per la nomina degli Assessori e relativa ripartizione, a loro favore, dei poteri del suo Ufficio sindacale, riservandosi egli stesso un notevole quanto importante asse decisionale di rilevante incidenza economoco-sociale. E, infatti, l’Organigramma dell’esecutivo, messo in piede da Sollecito per essere coadiuvato nelle sue determinazioni deliberative, si è rivelato essere una replica della precedente composizione della Giunta Depalma. E’ chiaro che per tale operazione è stato fortemente condizionato, dal paniere di voti esibito in trattativa da ciascun gruppo e movimento, sceso in lizza a sostegno della candidatura a Sindaco, risultata, poi, vincente sull’antagonista de Gennaro. Sollecito, infatti, si è dotato di una Giunta che è un mix, in gran parte, di esponenti del locale notabilato politico, già da qualche tempo, habituès di gangli nevralgici del potere locale, in ragione, si dice, dell’acquisita esperienza amministrativa e, per la restante parte, da nuove figure femminili, in ossequio, forse, al principio della parità di genere. Nulla si ha a rilevare in dette assegnazioni assessorili circa i parametri di adeguatezza a coprire un ruolo di responsabilità politica a sovrintendere quelle aree gestionali cui dipendono i rispettivi servizi ai cittadini.

E anzi, da un’attenta lettura del Decreto sindacale, n.5 del 9 luglio scorso, con cui Sollecito ha dato corpo all’assetto della Giunta e al conferimento dei rispettivi poteri agli Assessori, circoscrivendone lo spazio politico-amministrativo della loro area d’influenza, questo appare, oltremodo, disarticolato e frammentato rispetto alle competenze delle Unità direzionali, cui confluisce il complesso delle materie e delle prerogative di pertinenza dell’Ente comunale. Ne è prova il fatto che nella demarcazione delle deleghe degli Assessorati non è stata menzionata, per niente, la complessa sfera di potestà, attinente l’edilizia privata e pubblica come pure la gestione dei vigenti strumenti pianificatori, in proiezione delle funzioni attinenti alle procedure certificative e abilitative imposte dalla normazione urbanistica in vigore.

Non posso pensare che sia stata una svista redazionale del Decreto, la mancata menzione di quel comparto tecnico-politico che, generalmente, viene sintetizzato con la sigla SUE (Sportello Unico dell’Edilizia), dal momento che l’altra branca di competenza, inserita nella Direzione del 3° Settore, identificata come SUAP (Sportello Unico delle Attività produttive), è stata chiaramente inclusa tra le responsabilità in capo all’Assessore alle Attività Produttive e all’Ambiente.
Per contro, Sollecito ha inteso avvalersi della specializzazione professionale di un Consigliere comunale, nei cui confronti, con altro suo Decreto, il n.6 dello stesso giorno 9 luglio, ha conferito l’incarico di -“istruttoria, studio e ricerca sull’adozione e approvazione del Piano Urbanistico Generale (PUG)”-. A proposito, appunto, del PUG, il nuovo strumento pianificatorio cittadino, grande vanto di Depalma, per averlo concepito e approntato, e la cui adozione da parte del Consiglio comunale sembra essere ormai prossima, mi torna difficile comprendere in quali termini possa concretarsi l’incarico di studio e di istruttoria del piano medesimo. Nel caso fosse attuale l’esigenza di un riscontro del suo iter per adivvenire alla presentazione al Consiglio comunale, ai fini dell’adozione definitiva, sarebbe stato più logico investire di tale compito la competente Commissione comunale permanente, piuttosto che un consigliere della maggioranza. E tanto sia per ragioni di trasparenza ma, soprattutto, per assicurare una partecipazione democratica circa la ricognizione dello stato di avanzamento procedimentale del nuovo strumento urbanistico.
Peraltro, l’incarico di studio, analisi e istruttoria riconosciuto al Consigliere comunale, arch. Annamaria Sollecito, in forza dell’Ordinamento normativo generale e dello stesso dettato del Regolamento comunale cui si fa richiamo nel Decreto sindacale, esclude, in ogni modo, l’esercizio di concrete operazioni amministrative, sia pure limitatamente all’affare PUG, come pure di ogni atto che possa esplicare effetti giuridici esterni nei confronti dei terzi e di altre pubbliche amministrazioni. E, di fatto, tra le attribuzioni del Consigliere comunale, non rientra, in linea di principio, la collaborazione diretta con il Sindaco, sotto qualsiasi forma, poiché ciò porterebbe a menomare la sua libertà di giudizio e la posizione di parità di ciascun Consigliere. La collaborazione attiva con il Sindaco è espressamente riservata dalla legge agli Assessori e, in maniera continua e concreta, al corpo dei dirigenti del Comune.

Come interpretare, allora, la scelta di questo speciale supporto tecnico del Consigliere comunale, preteso da Sollecito, in aggiunta allo staff politico-aministrativo, costituito dal collegio della Giuntà?

Avrà forse supposto che, giocando la carta di un simil consulente, specialista nelle materie del complesso di attività del 3° Settore, particolarmente quelle edilizie, potrà acquietare gli irrisolti contrasti di potere intestinale e le stesse convulsioni dell’organico che, a lungo, affliggono detta travagliata Direzione Tecnica?
Sollecito, comunque, ricorderà che anche Depalma, all’inizio del suo primo mandato nel 2012, volle affidarsi a un consulente, esperto di edilizia, e, anche, come ebbe, subito, a naufragare quello esperimento.

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