Nella prima lettura come nel salmo veniamo subito attratti dall’immagine di un Dio che rivela la sua giustizia nell’ascolto delle preghiere dei miseri, di chi si abbandona a Lui con totale fiducia.
Nella pericope evangelica ci sono due figure che molte volte rispecchiano la nostra identità, che in qualche modo coesistono in noi: quella del pubblicano e quella del fariseo.
Il primo è un peccatore, si rende conto che Dio può salvarlo dalle sue miserie, mentre il secondo si mette al cospetto degli uomini, disprezzando gli altri, considerandosi quasi perfetto.
A volte noi viviamo in questa tensione: da una parte il nostro cuore grida che Dio ci salvi, dall’altra chiediamo molte volte al Signore che ci salvi più di altri, in quanto credenti osservanti e fedeli.
Preghiamo il Signore per il dono del timore, essenziale per una preghiera autentica e per una vita che continuamente cerchi di corrispondere all’amore infinito del Padre attraverso la fede e le opere di carità.