I due palazzi dell’Acquedotto Pugliese, a cavallo tra Foggia e Bari

Una breve analisi dei due edifici di rappresentanza dell'ex EAAP

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La Puglia ha da sempre avuto un problema legato all’acqua: l’assenza di corsi d’acqua di ampia portata e la scarsità delle precipitazioni durante l’anno spingevano i più a dotarsi di ampie cisterne sotterranee di modo da poter godere di questa risorsa essenziale anche in periodi di siccità. Tale problema ha attanagliato la nostra regione fino agli inizi del ‘900, quando fu realizzato l’Acquedotto Pugliese, su istanza di Matteo Renato Imbriani e progetto di Camillo Rosalba, attingendo alle sorgenti del fiume Sele in Campania.

Quello che era allora l’Ente Autonomo Acquedotto Pugliese (EAAP), sotto la presidenza dell’on. Gaetano Postiglione, deliberò, al termine della messa in opera dell’importante infrastruttura, la costruzione di due edifici di rappresentanza, uno a Bari, sede dell’Ente, e uno a Foggia, direzione compartimentale. I progetti furono affidati a un ingegnere ravennate assunto dall’ente, tale Cesare Brunetti. Andiamo ad analizzare le particolarità dei due edifici.

Il palazzo di Foggia è uno degli edifici più caratteristici della città. Si innesta a ridosso tra Viale XXIV Maggio e Piazza Cavour, rispettivamente l’arteria che conduce alla stazione e la piazza principale di Foggia su cu si affaccia anche la Villa Comunale. È edificato in stile tardo Liberty e presenta la peculiarità di terminare con due torri voltate a cupola. Una di queste, quella che dà su piazza Cavour, va quindi a costituire uno dei vertici ideali della piazza, di forma esagonale incompleta. I portali d’accesso all’edificio sono posti a ridosso delle due torri angolari e sono decorati da colonne in pietra grigia e stemmi privi di simboli araldici. Il tema dell’acqua si può individuare sulle torri angolari, dove alcune anfore costituiscono il basamento delle lesene che ne percorrono la facciata. Questa è interamente rivestita in conglomerato cementizio, rifinito in superficie con granigliati che simulano la lavorazione della pietra. L’alternarsi di questi elementi decorativi fa del palazzo la continuazione ideale dei propilei della villa comunale, integrando finemente la struttura all’interno dell’intera piazza.

Il palazzo di Bari è, per certi versi, assai più singolare rispetto al suo “cugino” foggiano: essenziale fu l’apporto dell’artista romano Duilio Cambellotti, che andò a realizzare “l’immagine” dell’edificio. Le facciate furono realizzate in stile neo-romanico, andando a riprendere quegli elementi (bifore, trifore, colonnine, rivestimento in pietra di Trani) tipici dell’architettura medievale pugliese. Lo stesso cortile, di forma geometrica, ricorderebbe la forma regolare di Castel del Monte, raffigurato, tra l’altro, sul portale d’accesso al palazzo. Nell’androne e nello stesso cortile ampia importanza è attribuita agli stemmi di 8 province: le 5 della Puglia (ad eccezione dell’allora inesistente BAT), le 2 della Basilicata e quella di Avellino, dove scorre il Sele.

Ma l’apporto del Cambellotti è assai più visibile negli interni: questi, realizzati tra il 1930 e il 1934, comprendevano sia gli uffici dei dipendenti, sia l’appartamento del presidente dell’ente, che quindi risiedeva all’interno del palazzo. L’artista fu attivo sia nella decorazione degli ambienti che del mobilio, che quindi presentano la stessa ricorrente simbologia legata all’acqua da un lato e alla Puglia dall’altro. Pregevoli sono anche le materie prime impiegate, con soluzioni molto particolari che vedono adoperati insieme marmi policromi e bronzo dorato per le pavimentazioni e legno e madreperla per i mobili.

Di grande impatto è sicuramente la sala del Consiglio di Amministrazione. Le pareti di questo ambiente sono impreziosite da tele rappresentanti cavalli (associati all’acqua perché simbolo di purezza), alberi che con le fronde raccolgono i panni lavati dalle contadine, bambini che giocano con le fontane pubbliche e classici panorami pugliesi dominati dai castelli federiciani, in particolare Castel del Monte e il Castello di Lucera.

Il palazzo è fortunatamente visitabile nel fine settimana, maggiori informazioni sono presenti sul sito dell’Acquedotto Pugliese.

Giuseppe Mennea

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