Stazione o opera d’arte? L’esempio di Napoli Afragola AV

Sulla dorsale tirrenica sorge un capolavoro poco conosciuto dell'architettura internazionale

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Può un’infrastruttura assurgere e nobilitarsi ad opera d’arte, raggiungendo una finalità estetica nella sua praticità quotidiana? Sembrerebbe di sì. Nonostante i numerosi e annosi problemi che affliggono il sistema di trasporto pubblico, specie negli ultimi anni la Regione Campania ha molto investito nel trasporto su ferro. Con il progetto “Stazioni dell’Arte”, ad esempio, si è puntato a trasformare le stazioni della metropolitana di Napoli in veri e propri gioielli artistici, in modo da allietare la vista delle migliaia di persone che ogni giorno si servono dell’infrastruttura; si pensi che la stazione Toledo è stata più volte premiata come più bella stazione d’Europa.

Sulla stessa lunghezza d’onda, è stata pochi anni fa (2017) inaugurata la splendida Stazione AV di Napoli Afragola, realizzata dall’architetto anglo-irachena Zaha Hadid. La stazione si pone sulla dorsale tirrenica e fa da spola tra la stazione di Napoli Centrale e Roma Termini, garantendo il raggiungimento della capitale da Napoli in appena un’ora e dieci minuti. Ponendosi come nodo strategico anche all’interno dei collegamenti delle linee vesuviane, permetterà, una volta a pieno regime, di servire un bacino di circa tre milioni di persone. Si calcola che circa 12 mila passeggeri transitano dalla stazione ogni giorno.

Zaha Hadid, autrice del progetto, oltre alla sua importanza sullo scenario globale (è stata la prima donna a vincere il premio Pritzker per l’architettura nel 2004), è stata uno dei massimi esponenti della corrente del decostruttivismo. Questa esperienza sorse in opposizione al razionalismo e alla corrente postmoderna del Novecento, rigettando la geometria e i particolari architettonici per puntare tutto sulla plasticità dei volumi: forme instabili e disarticolate, prive di simmetria e dei caratteri estetici tradizionali, il tutto concorre a una nuova visione dell’ambiente costruito.

La stazione di Napoli Afragola è pensata come un ponte sospeso sui binari, in modo da ovviare al problema della discontinuità dell’ambiente circostante dato dal passaggio della strada ferrata. L’ambiente principale forma una grande passerella coperta, illuminata da una vetrata di 5000 metri quadri munita di schermi per la luce, di modo che questa possa insinuarsi naturalmente in tutto lo spazio disponibile. La completa illuminazione, la sinuosità delle forme e la colorazione bianca delle pareti concorrono insieme a dare l’idea di una struttura straordinariamente leggera.

Dopo la presentazione del progetto nel 2003, i lavori furono bloccati per il rinvenimento di un villaggio dell’Età del Bronzo, per poi riprendere in seguito e fermarsi un’altra volta nel 2008 a causa della rinuncia dell’impresa che aveva vinto l’appalto. I lavori ripresero solo nel 2015 e l’infrastruttura fu inaugurata ufficialmente il 6 giugno 2017, circa un anno dopo la scomparsa della Hadid che, quindi, non ha mai visto completato il suo progetto. Il piazzale della stessa stazione fu, quindi, intitolato alla memoria dell’architetto.

L’infrastruttura comprende sei binari a regime e due a scartamento ridotto per il collegamento (da realizzarsi) con la Circumvesuviana. Nei grandi ambienti della stazione ha sede anche un’ampia galleria commerciale e si conta di realizzare un parco naturalistico tecnologico, oltre che installare attrezzature per lo sport e insediare un centro espositivo.

Giuseppe Mennea

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