Ieri pomeriggio, dopo più di 200 anni, sono ritornati ad Atene i tre frammenti del Partenone conservati nei Musei Vaticani. Ad accoglierli l’arcivescovo ortodosso di Atene, Sua Beatitudine Ieronymos II, che visibilmente commosso, ha ringraziato Papa Francesco per il dono “tangibile prova dei frutti prodotti dai rapporti fraterni che esistono tra noi cristiani”. Un gesto ecumenico e di pace ma soprattutto di affetto per il popolo greco. Presenti mons. Farrell del Dicastero per la promozione dell’unità dei cristiani, il sottosegretario Andrea Palmieri, il nunzio apostolico in Grecia monsignor Jan Romeo Pawloksi e la direttrice dei Musei Vaticani Barbara Jatta.
La restituzione, ha affermato Ieronymus, “è una tangibile prova dei frutti prodotti dai rapporti fraterni che esistono tra noi cristiani, guidati dalla verità, dall’amore, dal reciproco rispetto e comprensione”, e prova “che sono possibili delle soluzioni a qualsiasi problema e disaccordo esistenti, purché ci sia buona volontà e sincero desiderio di collaborare”. Grazie a questo gesto “si ripristina la verità e vengono curate quelle ferite e traumi che risalgono al passato”, che si ricompongono “in questo unico monumento del patrimonio culturale mondiale come sue inscindibili parti”. Il desiderio di Ieronymos II è che questa decisione “trovi altri imitatori”, perché Papa Francesco ha dimostrato che questo “è possibile e tangibile”.
Mons. Farrell del Dicastero per la promozione dell’unità dei cristiani, ha evidenziato che la restituzione “si manifesta come un gesto ecclesiale, culturale e sociale di amicizia e solidarietà con il popolo greco” e ha perciò “un significato particolare nell’affermare sempre più fortemente l’amicizia e la vicinanza spirituale tra le nostre Chiese”.
I tre frammenti fanno parte del tempio costruito da Pericle tra il 447 e il 432 a.C. e scolpiti dal grande scultore Fidia, che fu anche il soprintendente del cantiere. Il primo rappresenta una testa di cavallo e fa parte del frontone raffigurante la lite tra Atena e Poseidone per la supremazia dell’Attica. Il secondo è una testa di bambino portatore di focacce, che rammenta la festa per la fondazione di Atene e si trovava nella stanza più interna del Partenone. Il terzo frammento è invece la testa di uomo con barba e faceva forse parte di una delle metope che rappresentavano una centauromachia nel frontone sud.
Antonio Calisi