Non sempre, nei secoli, c’è stata la stessa sensibilità verso i beni storici e artistici che abbiamo oggi. Spesso, infatti, monumenti che oggi sono considerati patrimoni di inestimabile valore, giacevano abbandonati, oppure erano completamente irriconoscibili a causa dei rimaneggiamenti successivi, che avevano reso, specialmente le chiese più importanti, degli aggregati di elementi completamente disomogenei.
A questa sensibilità se ne oppose, più recentemente, un’altra altrettanto distruttiva che, con lo scopo di ripristinare l’aspetto originario degli edifici, andò a eliminare tutte le aggiunte successive, anche se di valore, creando, alle volte, dei veri e propri falsi storici.
Un’istantanea del momento a cavallo dei due periodi è data dall’attività di Romualdo Moscioni. Egli fu un fotografo attivo a Viterbo negli anni ’90 dell’Ottocento e che fu incaricato il 12 novembre 1891 dal Ministero della Pubblica Amministrazione di ritrarre sia le Basiliche Palatine Pugliesi, sia alcuni monumenti civili, in modo da esporre i capolavori della nostra regione in occasione della IV Esposizione Nazionale Italiana tenutasi a Palermo dal 15 novembre 1891 al 5 giugno 1892.
L’incarico si tradusse nella realizzazione di una raccolta di 235 fotografie all’albumina intitolata “Apulia Monumentale”, alcune delle quali sono attualmente esposte, e lo saranno fino al prossimo 2 luglio, presso il Portico dei Pellegrini, nelle adiacenze della Basilica di San Nicola a Bari. Gli ambienti, recentemente restaurati, sono stati attrezzati con spazi e strumenti multimediali utili alla fruizione del patrimonio culturale pugliese.
L’attività di Moscioni era inquadrata in un più ampio processo avviato dalla Direzione Generale Antichità e Belle Arti nel 1864 per censire e inventariare i beni artistici del Paese. Già nel 1878 si era avviato un parziale progetto di catalogazione fotografica che aveva coinvolto le Prefetture d’Italia. È solo nel 1892, però, che venne istituito il Gabinetto Fotografico Nazionale, mentre l’anno successivo fu emanato il Regolamento per le riproduzioni fotografiche dei monumenti e opere d’arte, che legittimarono, definitivamente, il ruolo della fotografia a supporto della tutela del patrimonio culturale.
Il Ministero, ottenute le fotografie delle Reali Basiliche Palatine (ovvero S. Nicola a Bari, S. Maria Assunta ad Altamura, S. Eustachio ad Acquaviva delle Fonti e S. Michele Arcangelo a Monte S. Angelo), confermò l’incarico a Moscioni per fotografare altri monumenti di località quali Bitonto, Ruvo, Castel del Monte e Troia, sotto la guida dell’allora ispettore della Direzione Generale Antichità e Belle Arti di Bari. Fu così che il fotografo viterbese iniziò a fotografare una serie di importanti monumenti della nostra regione, come il ponte romano sull’Ofanto a Canosa, il Castello di Conversano, il sito del Casale di Balsignano a Modugno, la chiesa rupestre di Santa Croce ad Andria o anche la Cattedrale di Trani.
Le fotografie esposte colpiscono senz’altro il visitatore: alcune in senso positivo, in quanto forniscono una veduta di come si presentassero alcuni importanti monumenti della regione prima che fossero soffocati dalle più recenti costruzioni; altre in senso negativo, perché si può notare come prima mancasse del tutto l’attenzione dovuta a questi monumenti: un esempio su tutti e la foto che ritrae alcuni campi di ortaggi all’interno degli ambienti del Castello Orsini di Gravina.
La mostra è aperta senza prenotazione dal martedì alla domenica, dalle 10.00 alle 13.00 e dalle 16.30 alle 19.30. L’ingresso è libero.
Giuseppe Mennea