Figura di spicco del Rinascimento italiano ed europeo, Leon Battista Alberti è stato uno degli intellettuali più prolifici ed eclettici del ‘400.
Nato a Genova nel 1404, Alberti si distinse ben presto per i suoi variegati interessi: dopo aver studiato a Venezia, Padova e Bologna si dedicò all’architettura progettando la facciata della Chiesa di Santa Maria Novella, la struttura di Palazzo Rucellai, la pianta del Tempio Malatestiano (Rimini) e della Chiesa di San Sebastiano (Mantova).
Contemporaneamente pubblicò alcune opere letterarie, tra le quali: il “De commodis litterarum atque incommodis”, una riflessione sul faticoso e impegnativo lavoro dell’intellettuale, che deve riversare il prodotto dei propri studi sulla comunità; il “De iciarchia” in cui la figura del buon sovrano viene accostata a quella di un pater familias; gli “intercenales” dialoghi che vertono sul rapporto virtù-fortuna e l’importanza della patientia per superare i mali; il “Momus Sive De Principe”, un racconto satirico sulla relazione conflittuale tra intellettuali e potere.
L’opera destinata a rendere immortale il nome di Alberti fu, però, il “De re aedificatoria” (1452), il primo trattato di architettura moderna, dove riprendendo i concetti vitruviani di firmitas (solidità), utilitas (funzione) e venustas (bellezza), viene descritta l’importanza dell’armonia delle costruzioni per la creazione di una società giusta.
Leon Battista Alberti morirà a Roma nel 1472.
Simone Lucarelli