Alcmeone di Crotone e la magnifica rivalutazione del cervello

  • 0
  • 359 visualizzazioni

La scienza, benché nella Grecia antica vide un sempre crescente livello di analisi e specializzazione, differiva notevolmente dalle scienze moderne poiché non conosceva il metodo sperimentale e si limitava ad una speculazione, spesso aprioristica, priva di ricadute pratiche e di verifiche.  Il primato della teoresi spettava alla scuola medica soprannominata “italica”, sorta tra VI-V sec. a.C., che si rifaceva agli schemi della fisica ionica, basata sugli elementi naturali e gli umori corporei (sangue, flemma, bile gialla e bile nera). A tale corrente si opponeva la scuola di Cos, più incline all’empirismo e alla prassi, ma ancora troppo legata alla filosofia e all’indagine astratta. Del resto, come dimostra Empedocle (V sec. a. C.), accadeva di frequente che tali discipline si intersecassero. Fra i numerosi medici dell’antichità, una figura peculiare fu senza dubbio Alcmeone di Crotone, vissuto fra il VI e il V sec. a.C.; al pari di altri filosofi magnogreci, aderì al pitagorismo, sorto proprio nella sua città natale in concomitanza della sua attività. Studiò e praticò la medicina, anche grazie all’ausilio di indagini anatomiche che gli permisero di scoprire per primo il ruolo centrale dell’encefalo nelle funzioni vitali del corpo umano. Alcmeone comprese che spettava al cervello elaborare e dotare di significato conoscitivo i dati sensoriali forniti dagli organi di senso; la conoscenza, dunque, non si esauriva nella semplice ricezione percettiva della realtà esterna, ma richiedeva un lavoro di costruzione mentale, compiuto, appunto, dal cervello. Paragonò, inoltre, la buona salute all’isonomia, ossia a uno Stato in cui ogni componente ha la parte che le spetta, viceversa la malattia a un ordinamento monarchico, in cui una componente assume prerogative illegittime.
Tali idee appaiono ancora più rivoluzionarie se si ricorda che nella tradizione greca era considerato il cuore la sede per eccellenza dei processi vitali, mentre il cervello era relegato ad organo atto a raffreddare il corpo.

Maria Elide Lovero
2 luglio 1993: La Battaglia del Pastificio
Articolo Precedente 2 luglio 1993: La Battaglia del Pastificio
Da Voltaire a Dumas: il mistero di Maschera di Ferro
Prossimo Articolo Da Voltaire a Dumas: il mistero di Maschera di Ferro
Articoli collegati

Lascia un commento:

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

I tuoi dati personali verranno utilizzati per supportare la tua esperienza su questo sito web, per gestire l'accesso al tuo account e per altri scopi descritti nella nostra privacy policy.