Il 2 luglio 1993 a Mogadiscio doveva svolgersi una semplice missione di routine, nome in codice “Canguro 11”, durante il secondo intervento internazionale sancito dall’Onu per tentare di alzare un cordone di sicurezza utile a difendere gli aiuti umanitari inviati per la popolazione locale somala dilaniata dalla carestia dovuta alla guerra civile scatenatasi tra le due forze militari del posto, gli uomini del generale Adid e quelli di Ali Mahdi Mohamed, e portare a termine un rastrellamento con carri pesanti M-60, veicoli da trasporto truppe Vcc-1 Camillino e alcuni blindati Centauro per confiscare eventuali armi nascoste nel quartiere, tutte destinate ad essere impiegate contro il contingente internazionale che aveva già subito numerose imboscate.
Quel giorno i soldati italiani a Mogadiscio subirono un’imboscata dai miliziani somali di Adid in prossimità del proprio checkpoint, un vecchio pastificio Barilla abbandonato.
Morirono sul campo il sottotenente Andrea Millevoi, reggimento Lancieri di Montebello; il sergente maggiore Stefano Paolicchi, 9º Reggimento d’assalto paracadutisti “Col Moschin”; il caporale Pasquale Baccaro, 186º Reggimento paracadutisti “Folgore”. Più tardi riceveranno la Medaglia d’Oro al valor militare alla memoria, caduti durante una missione di pace internazionale nell’interesse della popolazione somala.
Nel 1995 venne conferita l’onorificenza all’allora sottotenente paracadutista del 183º Reggimento “Nembo” Gianfranco Paglia, uno dei ventidue soldati rimasti feriti secondo il bollettino al termine della giornata dei 2 luglio 1993, di cui si legge nella nota ufficiale che accompagna il conferimento:
“Dopo aver sgomberato con il proprio veicolo corazzato alcuni militari feriti, di propria iniziativa si riportava nella zona del combattimento e, incurante dell’incessante fuoco nemico, coordinava l’azione dei propri uomini, contrastando con l’armamento di bordo l’attacco nemico. Per conferire più efficacia alla sua azione di fuoco si sporgeva con l’intero busto fuori dal mezzo esponendosi al tiro dei cecchini che lo colpivano ripetutamente. Soccorso e trasferito presso una struttura sanitaria di Mogadiscio, reagiva con sereno e virile comportamento alla notizia che le lesioni riportate gli avevano procurato menomazioni permanenti. Chiarissimo esempio di altruismo, coraggio, altissimo senso del dovere e saldezza d’animo. Mogadiscio, 2 luglio 1993”.
Le parole del Presidente del Consiglio Giorgia Meloni nella giornata di ieri 2 luglio 2023:
“[…] Nel trentennale di quel tragico evento il Governo onora la memoria dei caduti e si stringe con affetto ai loro famigliari e ai loro cari. Oggi ribadiamo il nostro ringraziamento per tutti i militari che servono la Patria e le Istituzioni e tengono alto il Tricolore nel mondo, mettendo anche a rischio la propria vita nell’assolvimento del dovere e per contribuire a portare pace, sicurezza e stabilità negli scenari più complessi.”
Francesco Saverio Masellis