Il castello di Cheverny nel cuore della Loira

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Nel cuore del Centro Valle della Loira francese, situato a pochi chilometri dagli altrettanto rinomati castelli di Blois e Chambord, troviamo la tenuta di Cheverny, appartenente alla medesima famiglia da sei secoli, gli Hurault, ufficiali e finanzieri al servizio dei re di Francia; ancora oggi è abitato dal marchese e la marchesa Vibraye, discendenti della famiglia.
Del castello che in origine si ergeva in tale area non restano che sparute vestigia; esso divenne, infatti, per un breve lasso di tempo residenza dell’amante del re di Francia Enrico III, quale Diana di Poitiers, che presto lo rivendette al figlio del precedente proprietario. Fu allora che tra 1624 e 1630 venne realizzato su commissione dal noto architetto dell’epoca Jacques Bougier l’attuale castello. Per la realizzazione venne adoperata in enorme quantità la pietra di Bourré, originaria dell’omonimo borgo non lontano dall’area di costruzione, caratterizzata dalla particolarità di sbiancarsi e indurirsi col passare del tempo, tanto da conferire una notevole bianchezza alle facciate della proprietà. Nel 1650, invece, furono completate le decorazioni interne ad opera del pittore Jean Mosnier, che, assieme agli arredi interni perfettamente conservati, rappresentano una non trascurabile testimonianza dell’arte di vivere alla francese la quotidianità presso le classi più agiate. La tenuta, definitivamente in mano agli Hurault a partire dal 1824, è aperta al pubblico dal 1922 e di essa risultano visitabili anche un parco all’inglese e dei giardini di quasi 100 ettari, contenenti alberi di specie rare e magnifiche, come sequoie, tigli e differenti tipologie di cedri, e una fauna non violata antropicamente. La proprietà comprende, inoltre, un canile di cani da caccia anglo-francesi tricolori, una mostra dedicata a Tintin, celebre fumetto di cui diverse ambientazioni sono ispirate al castello, ed infine un orto esteticamente impeccabile: non è un caso, dunque, che tali punti d’interesse attraggano in media 350.000 visitatori all’anno.
Maria Elide Lovero
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