A pochi passi dal centro di Galatina, in Salento, sorge un piccolo gioiello dell’arte neogotica, ahimè oggi brutalmente vandalizzato da ignoti. Si tratta di Villa Congedo, la struttura che analizzeremo in questo articolo.
L’edificio, terminato nel 1924, ben si nota dalla strada, immerso in un piccolo bosco di pini e siepi che conferiscono alla villa un’aura ancora più fiabesca. Al termine di un breve viale di accesso, si sviluppano due scalinate simmetriche che consentono di raggiungere la veranda che corre lungo la facciata principale della dimora di campagna.
La veranda, di forma geometrica, si articola attorno a sei pilastri a fascio che sorreggono cinque archi ogivali che ricordano quelli delle cattedrali francesi. La facciata presenta, quindi, cinque aperture: un ingresso, situato in corrispondenza della veranda, e quattro finestre, di cui le più esterne situate sugli angoli della villa, secondo uno schema che va a riproporre la struttura della veranda.
Anche queste aperture sono di forma ogivale, e tre di queste sono arricchite da formelle in ceramica che rappresentano le stagioni, nella forma di scene agresti. Queste formelle non sono coeve con l’edificio, e furono realizzate solo negli anni ’60 da un’azienda locale.
La facciata è o, meglio, era completata da una splendida balaustra superiore, posta in corrispondenza di una cornice decorata ad archi; tale balaustra, facendo il paio con quella che decorava la veranda, dava alla villa un aspetto armonioso nella sua completezza. Sfortunatamente, come anticipato, la villa è stata sfregiata da vandali, che hanno preso di mira proprio le balaustre, distruggendole quasi completamente.
Varcando l’ingresso, su cui svetta lo stemma della famiglia Congedo, si accede agli ambienti della villa, anch’essi completamente devastati dall’azione degli ignoti.
La famiglia Congedo, una delle più antiche e importanti di Galatina, possedeva, oltre al villino, due importanti palazzi in centro. Tra le figure più importanti del casato, sicuramente da segnalare è Orazio Congedo. Questi, avvocato laureatosi a Napoli, partecipò attivamente al rinnovamento sociale e culturale avutosi in epoca napoleonica. Partecipò all’istituzione delle cattedre di filosofia, teologia, letteratura e matematica presso la città salentina, per poi dar vita a una loggia carbonara, ben impegnata in ambito risorgimentale. Fu anche presidente del locale ospedale. Orazio Congedo fu il nonno di Giovanni, che fu il committente della villa di cui abbiamo raccontato la storia.
Anche questa vicenda è un esempio del perché alle volte conviene non essere troppo precisi sulla localizzazione degli edifici abbandonati, come si diceva nell’articolo in cui abbiamo trattato dell’urbex.
Giuseppe Mennea