DISCARICA SAN PIETRO PAGO A GIOVINAZZO, CHIESTO IL RINVIO A GIUDIZIO PER DIRIGENTE E FUNZIONARI DELLA DANECO S.r.l., FALLITA CON SENTENZA n. 323/2021 DEL TRIBUNALE DI ROMA

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Da tempo è calato il sipario sulla discarica di San Pietro Pago, abbandonata dalla soc. Daneco a seguito dell’Atto Dirigenziale n.193 del 18.11.2016 della Regione Puglia –Sezione Autorizzazioni Ambientali-, con cui le fu revocata l’autorizzazione a gestire l’impianto transitorio di smaltimento rifiuti solidi urbani sulle aree di abbancamento nn. I°-II°-III° e VI°, rilasciata con Determine regionali n.507/2009 e n.29/2015. Né si ha alcuna informazione se siano stati realisticamente completati, entro il 14 marzo 2023, termine concordato contrattualmente, i lavori di messa in sicurezza di emergenza della discarica medesima, appaltati al RTI -tra la S.r.l. Gecos (capogruppo) e la S.p.a. Favellato Claudio (mandante)- dalla AGER (Agenzia Regionale per il servizio gestione rifiuti) con Determina n.255 del 15.07.2021, per l’importo complessivo di € 3.710.306,16, comprensivo di oneri fiscali. Per far fronte a tali opere, necessarie a evitare un grave fenomeno d’inquinamento ambientale furono, infatti, stanziate dalla Regione ingenti risorse economiche, pari a € 5.000.000,00, con D.D. n.138 del 04.06.2018 (Por Puglia FESR FSE 2014-2020). Gioverà, comunque, ricordare che detto finanziamento di € 5.000.000,00 fu assegnato direttamente al Comune di Giovinazzo, perché provvedesse, in sostituzione della Daneco, ormai inadempiente e latitante, a tutte le operazioni di copertura dei vari lotti di discarica e alla loro messa in sicurezza con le attività di chiusura dell’impianto e post-esercizio dello stesso. Il sindaco Depalma, tuttavia, ritenne dover rinunciare a tale assegnazione finanziaria, avendo concordato con le Autorità regionali di dirottare il finanziamento stesso in capo all’AGER regionale, non avendo il Comune una propria capacità organizzativa e dotazione strutturale e funzionale per progettare e approntare un tale impegnativo intervento di bonifica ambientale.

E, proprio a proposito di detti interventi di salvaguardia della situazione ambientale e sanitaria della discarica, lo scorso 5 aprile ci fu data notizia che il dott. Sollecito, nella qualità di responsabile della sanità pubblica locale, aveva fatto visita al sito per verificare lo stato di avanzamento di detti lavori appaltanti dalla Agenzia regionale AGER, che, come sopra detto, si sarebbero dovuti ultimare il 14 marzo 2023. Niente di più efficace, in epoca social, recarsi sul posto per rilasciare, con consueto stile propagandistico, generiche dichiarazioni rassicuranti circa lo stato di sicurezza dell’impianto, ormai, al riparo da eventuali contaminazioni ambientali. Sta di fatto che, appena qualche mese dopo quel sopralluogo, e precisamente in data 11 luglio scorso, la Procura di Bari ha richiesto il rinvio a giudizio nei confronti di ben sette agenti della Società Daneco, ormai dichiarata fallita già da oltre due anni e del rappresentante legale della stessa. La comunicazione di tale provvedimento è stata data anche al Comune che, già a seguito dell’avvenuta convalida dell’atto di sequestro dell’intera area dell’impianto transitorio di smaltimento, in data 23.04.2016, e nella fase delle indagini di polizia giudiziaria, il Comune ne era stato partecipe a mezzo del proprio legale, l’Avv. Salvatore Campanelli, incaricato con Atto di Giunta n.128 del 05.09.2017.

Per la qual cosa, il dott. Sollecito con la recente delibera di Giunta, la n.173 del 04.08.2023, ha provveduto a riaffidare l’incarico all’Avv. Campanelli perché provveda alla costituzione di parte civile del Comune nel procedimento penale, promosso nei confronti del Dirigente e degli agenti della Soc. Daneco, la cui udienza preliminare è fissata per il 19 settembre prossimo.
Dunque, la Procura di Bari avrebbe ravvisato la responsabilità colposa dei funzionari della Soc. Daneco perché, per il loro ruolo in azienda, non hanno evitato un certo deterioramento del territorio cui insiste la discarica e delle zone circostanti, determinando così effetti pregiudizievoli e persistenti sulle matrici ambientali del suolo e dell’aria. Anche la Soc. Daneco, nella persona di chi ha rivestito funzioni di rappresentanza e di direzione, è chiamata in causa, ancorchè dichiarata fallita, circa la commissione del delitto di cui all’art. 452 quinquies del C.P. (reato colposo contro l’ambiente realizzato a mezzo di atti che comportano grave rischio per la pubblica incolumità).

Al momento, naturalmente, non si è in grado di prevedere quali potranno essere gli sviluppi di tale rinvio a giudizio, giacché ogni valutazione circa il radicarsi di un procedimento penale spetta al Giudice della Udienza Preliminare che dovrà decidere se, dalle risultanze dell’inchiesta codotta dalla Procura, emergano elementi di fondatezza delle asserite imputazioni e di sostenibilità del processo penale a carico dei soggetti responsabili ad avviso della Procura.
Tuttavia, non si può escludere che, allo stato attuale di assoluta inattività della discarica di Giovinazzo e anche dopo le operazioni emergenziali di messa in sicurezza del sito, e, in particolar modo, in relazione a quanto riassunto dalla inchiesta giudiziaria, non sussistano sostanziali preoccupazioni circa la presenza di fattori di inquinamento ambientale.
E, di fatto, indipendentemente da quello che sarà il riscontro giudiziario dei Giudici dell’Udienza Preliminare riguardo a possibili responsabilità penali e amministrative connesse alla gestione della discarica e, particolarmente, circa l’eventuale persistenza di fenomeni d’inquinamento ambientale, in seno alla Struttura Tecnica del Comune, che gestisce tutta la partita della discarica, non manca una certa percezione di una possibile contaminazione delle acque sotterranee.

Tanto è rilevabile dal contenuto dell’ultima Determina dell’ing. Carrieri, n.118 del giorno 4 agosto scorso, adottata in contemporanea con la decisione presa della Giunta Comunale con cui si è confermato il mandato all’Avv. Campanelli per la costituzione di parte civile del Comune negli instaurandi processi penali: n. 2667/20 R.G.N.R. e n. 3672/20 R.G.G.I.P.
Da detto dispositivo dirigenziale, infatti, si ricava che il Responsabile del Settore “Gestione del Territorio”, a seguito degli esiti della consulenza scientifica, condotta dall’ing. Francesco Todaro del Politecnico di Bari, in data 16.marzo 2023, all’uopo incaricato, ha ritenuto di investire nuovamente l’ARPA Puglia per svolgere, ancora una volta, l’indagine di campionamento dei pozzi di monitoraggio della discarica allo scopo di poter verificare un possibile nesso di causalità tra l’imponente abbancamento dei rifiuti e l’indice di concentrazione di soglia di contaminazione delle acque di falda. E, per consentire all’ARPA di eseguire tali nuove campionature, l’ing. Carrieri ha impegnato a bilancio la somma di € 30.000,00 per il pagamento dei servizi di logistica e di approntamento delle attività d’indagine da svolgersi a cura di un operatore privato (la S.r.l. FREE TME di Policoro) a supporto dell’ARPA.

Per quanto sopra rappresentato, è di tutta evidenza che il capitolo riguardo alle responsabilità relative alla disastrosa gestione della discarica, specie a causa dei contestati rialzi dei livelli di abbancamento dei rifiuti, rimasti a lungo senza copertura dopo la cessazione delle attività di trattamento e smaltimento, è ancora tutto da scrivere. Tuttavia ad oggi con la conclusione delle misure di prevenzione, volte a contrastare minacce gravi di danno alla salute pubblica e all’ambiente, messe a punto con l’operazione della rimozione del pergolato e la copertura dei lotti di accatastamento dei rifiuti, appaltata dalla AGER regionale, è previsto, secondo il piano di ripristino ambientale, la gestione post-operativa della discarica e l’attività di sorveglianza e controllo della stessa, ai sensi del D.Lgs. n.36/2003. E, a tal riguardo, il dott. Sollecito dovrebbe avere a memoria avendo concorso ad adottare il dispositivo della Delibera di Giunta n.88 del 17 giugno 2020, prospettato dall’allora Sindaco Depalma, che il soggetto attuatore di tali adempimenti è il Comune di Giovinazzo. E, dunque, non ci si può esimere dal porre l’interrogativo se, nella contemporaneità, il Comune abbia elaborato un piano per la corretta gestione post-operativa dell’intero territorio della discarica e il servizio di controllo del ripristino ambientale. Vale la pena, altresì, rammentare che nello specifico la responsabilità di tali incombenti investe direttamente l’Autorità sindacale, in qualità di organo locale per la tutela della sicurezza e sanità pubblica.

Giuseppe Maldarella

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