Si sa, ottobre è il mese delle streghe anche un po’ a causa di Halloween. Ma chi è davvero la strega? Da sempre bollata come una donna superstiziosa ed eretica, è sempre stato così? In realtà no.
Innanzitutto la parola “strega” deriva dal latino “stryx o strige”, che vuol dire animale notturno simbolo di sapienza e devoto a uno dei primi prototipi di strega della storia, nonché la dea Atena. Infatti, originariamente la strega era una sacerdotessa piena di saggezza e di conoscenza. In generale le sacerdotesse dell’antichità erano di magia buona e grandi guaritrici. Per di più, le donne nelle antiche culture pagane venivano considerate il ponte tra Dio e l’uomo, molto più predisposte alla magia proprio perché erano in grado di generare figli, oppure perché vivevano secondo i cicli della natura (che celebravano riunendosi in foreste o boschi). Quand’è che è andato tutto storto e la figura della strega è arrivata ad essere processata e condannata? La risposta è: durante il Medioevo, quando lamia divenne sinonimo di strega, accostando una figura positiva e saggia a una mostruosa. Perché nel mondo classico Lamia era una bellissima principessa libica di cui Zeus si innamorò. Lui le promise grandi poteri magici se si fosse concessa a lui. Era, la moglie di Zeus, scoprì questo tradimento e per vendicarsi uccise tutti i figli che i due ebbero insieme. La povera Lamia impazzì totalmente e per sfogarsi iniziò a uccidere i figli delle altre donne per succhiarne il sangue. Questi crimini corruppero anche la sua bellezza trasformandola in una creatura mostruosa, ma aveva ancora i suoi poteri: poteva tramutarsi come voleva agli occhi degli uomini e dunque anche in una splendida fanciulla per sedurli e poi ucciderli.
Fortunatamente in età contemporanea la percezione della strega è cambiata, grazie a personaggi di libri o di film e serie tv a partire dal secolo scorso, che l’hanno resa una donna forte, emancipata e potente, spesso anche affascinante e divertente, se pensiamo alla sitcom americana “Vita da strega” o alle tre sorelle del cult per l’infanzia firmato Disney “Hocus pocus”.
Sofia Fasano