PROGRAMMA DEI LAVORI PUBBLICI, A GIOVINAZZO, 2024-2026: È FINITA LA RETORICA DELLE GRANDI OPERE

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È tempo di approntare il piano operativo ed economico-gestionale con relativo bilancio di previsione per l’anno 2024 e l’autorità politica, a Giovinazzo, ha elaborato i primi documenti programmatici da sottoporre all’esame e approvazione del Consiglio comunale. Tra questi atti spicca l’adozione del programma tiennale 2024-2026 per gli acquisti di forniture e servizi e dei Lavori Pubblici che, per la prima volta, è stato sdoppiato in due distinti momenti deliberativi, rispettivamente con le delibere D.G. nn. 248 e 251, entrambe datate 31.10.2023.

E, di fatti, il nuovo codice degli appalti, D.Lgs. n.36/2023, entrato in vigore il 1 luglio scorso, ha introdotto interessanti modifiche sul punto, già regolamentato dal previgente Codice all’art. 21 del D.Lgs. n.50/2016. In particolare l’articolo 37 del nuovo Codice prevede due innovazioni in tema di programmazione dei lavori e degli acquisti di beni e servizi.

La prima interessa il programma degli acquisti di beni e servizi e i relativi aggiornamenti annuali, che diventa triennale (prima era biennale) e nel quale devono essere indicati gli acquisti di importo unitario stimato pari o superiore a 140.000 euri (prima era di un importo unitario, di gran lunga inferiore, stimato pari o superiore a 40.000 euri). Si tratta di una modifica che ha sia la finalità di allineare la programmazione degli acquisti di beni e forniture alla programmazione triennale dei lavori e, innanzitutto, alla programmazione triennale che il Comune riporta nella Sezione Operativa del DUP (Documento Unico di Programmazione da approvarsi entro il 31 luglio di ogni anno) e nel bilancio di previsione, che quella di escludere gli appalti inferiori a 140.000 euri, per i quali si può, quindi,  fare a meno di indicarli nello schema analitico all’uopo concepito.

Riguardo, invece, al programma triennale dei Lavori Pubblici e i relativi aggiornamenti annuali, la novità è data dall’innalzamento della soglia economica degli interventi che devono in esso essere contenuti, che passa da un importo stimato unitario pari o superiore a 100.000 a 150.000 euri.

Entrambi i richiamati programmi sono stati, per l’appunto, elaborati e allegati alle due deliberazioni giuntali secondo gli schemi tipo di cui all’allegato I.5 al nuovo Codice, che non variano in modo significativo, se non per le novità innanzi citate, da quelli degli anni precedenti, che rispecchiavano le indicazioni del D.M. 16 gennaio 2018 n. 14 (che è stato, comunque, anche questo abrogato dal 1° luglio 2023 scorso).

A mente, dunque, di quanto appena esposto, la Giunta Comunale si accinge a presentare al Consiglio Comunale lo schema del programma triennale dei lavori pubblici pari o superiore alla soglia di 150.000 euri e quello sempre triennale per gli acquisti pari o superiori a 140.000 euri per servizi e forniture, con i relativi elenchi annuali, contestualmente alla presentazione del DUP.

Tralascio ogni considerazione circa il Programma dei servizi e forniture che, per la maggior parte, si riconfermano essere le solite acquisizione annuali trascritte nella Scheda dei precedenti anni pur notando che comportano importi di spesa molto inferiori a 140.000 euri, almeno quelle afferenti all’anno 2024 (tranne il servizio necroforico cimiteriale, ammontante a 176.218 euri, e quello di gestione delle entrate tributarie, stimato in 600.000 euro). Mentre sono state inserite, a partire dal 2025 e dal 2026, due incomprensibili proposte di acquisizione di servizi di rilevante importo, identificate rispettivamente come “Servizio di Igiene ambientale” di pertinenza del 3° Settore per ben 1.490.000 euri e “La Nuova Dimora”, afferente al 2° Settore per 345.692 euri.

Relativamente, invece, al quadro dei Lavori Pubblici, di cui alla Delibera n.251 del 31 ottobre 2023, è da rilevare che l’unico intervento previsto, da eseguirsi nel biennio 2024/2025, per una spesa complessiva di 691.000 euri, è il progetto di “Riqualificazione del verde urbano sui Lungomare di Levante e Ponente e in Piazza Garibaldi”. Circa quest’opera che è stata progettata, in termini di fattibilità tecnica dall’ing. Marilena Bavaro, e approvata dalla Giunta con la Delibera n. 241 del 18 ottobre 2023, ho avuto modo di notiziare con altro scritto dal titolo: “Avranno attuazione a Giovinazzo, Progettazioni retribuite con il contributo dell’Agenzia per la coesione territoriale?” pubblicato il 30 ottobre scorso.

Non è dato di conoscere le caratteristiche dell’intervento, definito di rigenerazione del verde pubblico, mancado alla pubblicazione in albo pretorio l’intera documentazione tecnica e la stessa relazione progettuale, facenti parti dell’atto deliberativo.

Comunque, dalla scheda programmatica, riportata in allegato alla D.G. n. 251/2023, si ricava che è finanziata con uno stanziamento di bilancio ripartito in 450.000 euri per il 2024 e per i restanti 241.000 euri per il 2025. Mi porta a supporre che questa risorsa finanziaria a copertuta dell’intervento, voluto dai decisori politici, proviene dal ricavato della vendita del carcere mandamentale, che si ricorderà, ha fruttato al Comune l’incasso di 720.000 euri, dopo la stipula del contratto, l’estate scorsa, con l’impresa acquirente, la VM Costruzioni s.r.l. di Bitonto.

Preme, per l’appunto, soffermarmi proprio a questo riguardo, per evidenziare che, diversamente dalle stagioni scorse, l’Amministrazione Sollecito ha in programma esclusivamente detto intervento, finalizzato ad ammodernare il verde sui due Lungomare e al Corso Garibaldi. Non ce ne sono altri in previsione nel triennio, né per il secondo anno 2025, né per il terzo nel 2026, almeno di lavori che superano la soglia di 150.000 euri, come indicato dal nuovo Codice degli appalti.

E questo risponde proprio alla ratio della nuova impostazione dettata in materia dal nuovo Codice che prescrive che nell’elenco delle opere andrebbero inserite solo quelle, ancorchè suddivise in lotti funzionali, che hanno una copertura finanziaria, sia che questa provenga da uno stanziamento di bilancio comunale che da altra fonte di contribuzione o contrazione di un mutuo e che, in ogni caso, sia stato approvato almeno il documento di fattibilità e di conformità dei lavori alle norme urbanistiche.

Dunque, vigendo detto dispositivo normativo, nessun altro proposito progettuale è stato inserito nella scheda di programma come le passate Amministrazioni riportavano, senza che per le realizzazioni ipotizzate ci fosse la copertura finanziaria e la redazione di almeno un progetto di massima con relativo quadro economico della reale spesa complessiva dell’intervento supposto.

E così dall’elenco dei lavori pubblici, di cui si dibatte, sono stati eliminati tanto le opere che in quest’anno 2023 saranno state appaltate, disponendo di finanziamenti regionali e del PNRR, ma specialmente quelle che pure indicate nell’elenco dei precedenti anni non sarebbero eseguibili per la mancanza della copertura economica.

Per questa ragione dall’elenco del programma triennale dell’OO.PP., appena aprovato, non si riscontrano nè i lavori d’importo inferiore a 150.000 euri ma anche quelli per i quali non sono state ancora intercettate le necessarie risorse per realizzarli e, ancora, quelli privi di un progetto di fattibilità tecnico-economica. Di tanto sono scomparsi gli interventi previsti per mettere in sicurezza la località Lama Castello e la creazione sul sito di percorsi ciclopedonali, quelli di efficientamento energatico e sviluppo territoriale e, soprattutto i lavori di consolidamento della linea costiera e di difesa della cala Crocifisso.

A proposito di quest’ultimo intervento il Sindaco Depalma aveva in più occasioni propagandato che presso la Regione fosse in piedi un articolato progetto per un appalto di opere per la difesa del territorio, riguardante ben 20 Comuni tra cui quello di Giovinazzo circa la difesa della costa.  Di tale intervento ormai non si ha più traccia, tant’è che non ha più motivo di essere menzionato nella scheda delle OO.PP. per i prossimi tre anni.

Questa sì che è un’opera di grande rilevanza che, purtroppo, non ci si è preoccupati abbastanza per approfittare di qualche possibile contributo, magari fra i tanti di cui il Comune ha potuto  beneficiare in questi ultimi anni di sostanziose assegnazioni finanziarie. Per contro si è addivenuti a realizzazioni che non si sono rivelate di una certa utilità per la comunità. Mi astengo dal ripetere di menzionarle, essendo ormai casi, peraltro, ben noti ai più, avendo comportato un rilevante impatto sull’ambiente. Personalmente ritengo che alcuni di detti interventi siano stati decisi d’autorità, a prescindere da una valutazione attenta di quel che sarebbe stato l’impatto del territorio sull’opera che si è voluta ad ogni costo porre in essere. Ci si è ostinati a non considerare che il territorio su cui s’interviene non è solo una realtà fisica che sopporta più o meno l’inserimento di una nuova costruzione. Decisamente si è voluto ignorare che è il territorio, vasto o locale che sia, che genera la domanda di un servizio o che avverte il bisogno di un’opera. Non può definirsi opera pubblica un intervento che non sia concepito a effettiva utilità della collettività.

Giuseppe Maldarella

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