In occasione dei 320 anni dalla nascita di Corrado Giaquinto, celeberrimo pittore molfettese di rilievo internazionale, è stata organizzata, nei pressi degli ambienti espositivi del Palazzo Vescovile di Molfetta, già Museo Diocesano, un’importante esposizione dal titolo “Il mestiere del pittore – Giaquinto, Porta e le botteghe meridionali del Settecento”.
La mostra, realizzata anche attingendo ai contributi POR Puglia 2014/2020, è associata alla pubblicazione di un saggio sulla figura del pittore a cura degli studiosi Cecilia Veronese e Francesco De Nicolo e si inserisce anche nell’ambito delle ricerche seguite alla donazione Piepoli-Spadavecchia, avvenuta nel 2013, che ha consegnato al pubblico una serie di disegni inediti attribuiti al Giaquinto.
La mostra rende finalmente fruibili una serie di opere che permettono di inquadrare il contesto settecentesco pugliese e quanto questo debba, in termini di tendenze artistiche, all’illustre pittore molfettese. Le opere esposte, una cinquantina in totale, provengono, oltre che dalla donazione Piepoli-Spadavecchia, anche da alcune collezioni extra-regionali, come la Galleria Regionale della Sicilia di Palazzo Abatellis a Palermo e il Museo della Certosa di San Martino di Napoli. A queste, si aggiunge una sala destinata alla “Giaquinto Experience”, un’esperienza immersiva per esplorare la collezione De Luca, un ensemble di 12 dipinti a soggetto mitologico realizzati da Giaquinto nella sua bottega romana e spediti a Molfetta per la committenza dell’omonimo marchese.
Giaquinto, nato a Molfetta da padre napoletano, si formò a Napoli presso un seguace del Solimena per poi, come accennato, aprire bottega da pittore indipendente a Roma. Dopo una serie di incarichi tra Roma e Torino, dove fu invitato dall’architetto Juvarra, venne richiamato a Madrid dal re Carlo III di Borbone, precedentemente Carlo I di Napoli, per decorare gli ambienti del Palazzo e della Cappella Reale, affiancando i più prestigiosi nomi dell’epoca, come Tiepolo e Mengs. Tornò poi a Napoli realizzando un’ultima committenza per Ferdinando IV, figlio di re Carlo.
Presso la bottega romana del Giaquinto, si formò un altro nome importante, Nicola Porta, alcune opere del quale sono anche esposte. Questi, tornato a Molfetta conservando gli album di disegni e bozzetti, ebbe una straordinaria influenza sulle altre botteghe del circondario, in primo luogo quella del Gliri a Bitonto, dei De Musso a Giovinazzo e dei Quercia a Terlizzi.
La mostra è visitabile fino all’11 febbraio 2024, dal martedì al giovedì dalle 10 alle 13, e dal venerdì alla domenica dalle 10 alle 13 e dalle 16 alle 20. Per maggiori informazioni sugli orari, limitazioni e costi si rimanda ai canali istituzionali del Museo Diocesano di Molfetta.
Giuseppe Mennea