Se non fosse per Thurston Moore, che le consigliò di leggere “Il giardino delle vergini suicide”, romanzo di Jeffrey Eugenides, Sofia Coppola non farebbe la regista. In effetti, la sua trasposizione cinematografica ha segnato il suo debutto alla regia e al festival di Cannes nel 1999 dove è stato accolto con successo. Diversamente però si può dire del suo riscontro in terra natia.
Figlia di Francis Ford Coppola, regista de “Il padrino”, è stata la prima donna a essere nominata agli Oscar nella categoria “Miglior regista” per la sua opera seconda “Lost in translation” per cui si è aggiudicata il premio per la Miglior sceneggiatura originale nel 2004. Questo film vede protagonista una giovane ragazza appena sposata (proprio come la regista all’epoca) e già bloccata in un difficile matrimonio oltre che nella propria vita. Una coincidenza vede il film “Her”, sullo stesso tema, del suo ex marito e regista Spike Jonze aggiudicarsi lo stesso premio esattamente dieci anni dopo il film di Sofia Coppola ed entrambi hanno Scarlett Johansson come controparte femminile del protagonista maschile.
“Somewhere” ha vinto il Leone d’oro al miglior film alla mostra del cinema di Venezia nel 2010 dove Coppola ha fatto ritorno in occasione dell’edizione scorsa per presentare il suo “Priscilla”, un racconto intimo della vita di Priscilla Presley a partire dal suo incontro con Elvis, giovanissima a soli quattordici anni, fino al divorzio da lui a ventotto anni. A differenza di quanto mostrato in “Elvis” (2022), qui la storia di Priscilla è raccontata con tatto, con la protagonista a tutti gli effetti rinchiusa in una gabbia dorata come Graceland, un ambiente vuoto, opprimente e claustrofobico allo stesso tempo e schiacciata da una figura come Elvis in preda a fissazioni e nevrosi. L’attrice che la interpreta è la 25enne Cailee Spaeny che per questo ruolo si è aggiudicata la Coppa Volpi per la miglior interpretazione femminile.
Strano però come questo film sia stato completamente ignorato dall’Academy per le nominations agli Oscar 2024. Ed è altrettanto “strano” come a una regista del calibro di Sofia Coppola vengano negati i fondi per la realizzazione dei suoi progetti: per “Priscilla” erano previste più scene ambientate a Los Angeles, ma ha dovuto “riciclare” le riprese di una pubblicità di Cartier che aveva girato nel 2018.
Dunque, non mi pare retorico chiederci se sono necessari film “femministi” ancora oggi quando i ruoli femminili e le donne stesse sono solo utili alla strumentalizzazione.
Sofia Fasano