Il Sudestival di Monopoli, giunto quest’anno alla 24^ edizione, è detto anche “il festival lungo un inverno” perché si svolge nell’arco di due mesi (dal 26 gennaio al 13 marzo) esclusivamente nei fine settimana. Il Sudestival si concentra sulle opere prime italiane per lo più, ma non solo, si apre anche a documentari e cortometraggi. Nel 2019 l’attore Valerio Mastandrea aveva qui presentato il suo esordio alla regia, il film “Ride”. La scorsa domenica, invece, per il weekend di apertura, è stata presente in sala Kasia Smutniak con il suo documentario “Mur” per la sezione “L’attore/attrice dietro la macchina da presa”.
Infatti, il film, che segna il suo esordio alla regia, ha avuto la sua première internazionale al Toronto Film Festival e quella italiana alla Festa del Cinema di Roma nella sezione Special Screening. Uscito nelle sale il 20 ottobre scorso, “Mur” è un film tanto personale quanto oggettivo. Per l’occasione l’attrice polacca è tornata a casa per filmare con un gruppo di attivisti i muri che delineano i confini all’interno e all’esterno del suo paese. Al centro dell’attenzione è il muro ai confini della Bielorussia voluto dal governo polacco, motivo di scandalo non solo per il dispendio economico, ma soprattutto per il dramma dei rifugiati richiedenti asilo che vengono respinti. Allo stesso tempo però, su un altro fronte sono accolti i rifugiati ucraini a seguito dell’invasione da parte della Russia. Smutniak, la co-autrice del film Marella Bombini e un gruppo di attivisti (Mariusz, Zosia, Silvia, Jakub, Ewa sono solo alcuni le cui storie vengono raccontate) si inoltrano in questa cosiddetta “zona rossa” tra migranti voluti e non voluti dove giornalisti e videocamere non erano altrettanto i benvenuti.
Sofia Fasano