PUNTO DI PRIMO SOCCORSO, CASA DI COMUNITÀ E, ANCHE, LA CENTRALE OPERATIVA TERRITORIALE; MA QUANTA GRAZIA PER GIOVINAZZO!

SARA’ PIU’ EFFICIENTE LA SANITÀ CON TANTI PRESIDI SPARSI?

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Nei giorni scorsi all’Albo Pretorio comunale è stato pubblicato l’avviso della Sezione Patrimonio della Regione, con cui ha annunciato la cessione all’ASL di Bari, che ne aveva fatto formale richiesta, dell’immobile edilizio, in località “La Cappella”, già Colonia Marina (la GIL di epoca fascista), attualmente utilizzata dall’Azienda Sanitaria medesima come sede poliambulatoriale pubblica. Per quanto si ricava dall’Atto della Direzione regionale, il suddetto cespite immobiliare, che apparterrebbe al patrimonio indisponibile della Regione, è stato candidato, nell’ambito del programma dei finanziamenti del PNRR, Missione 6 “Salute”, quale sede della futura Casa di Comunità-Centrale Operativa Territoriale-(COT)-. Peraltro, pare, sia stato già concordato con le stesse autorità regionali che la fabbrica edilizia esistente dovrebbe essere completamente riattata e riqualificata per ospitare il nuovo organismo rivolto a rispondere all’esigenza strategica di assicurare continuità, accessibiltà e integrazione dell’assistenza sanitaria e socio-sanitaria, a livello distrettuale.

Stando al dettato del D.M. 77/2022 le cosiddette Centrali Operative Territoriali, finanziate dal PNRR, costituirebbero un nuovo nodello organizzativo di presidio sanitario con funzioni di coordinamento sia della presa in carico della persona da assistere, che di raccordo tra servizi e professionisti coinvolti nei diversi settori assistenziali. Nel piano aziendale dell’ASL provinciale di Bari, da portare a termine, come noto, entro il 2026, sono state individuate ben 12 COT, compresa la Centrale di Giovinazzo, essendosi previsionata la media di una Unità su ogni 100.000 abitanti.

Ma perché è stato scelto il manufatto dell’ex Colonia Marina per insediarvi la COT con una considerevole spesa per i lavori di adeguamento del corpo edilizio, ora adibito a poliambulatorio, quando è in corso la costruzione della Casa di Comunità, nell’area dell’ex Centro Civico, in via 3° Trav. Ten. De Venuto, ove è prevista la riallocazione di tutti i presidi sanitari sparsi sul territorio comunale?

Non ci sarebbe spazio in quel fabbricato, in via di completamento, per insediarvi la Centrale Operativa Territoriale, questo nuovo presidio sanitario che, peraltro, avrebbe la missione preminente di svolgere attività di telemedicina e di assistenza domiciliare?

Trovo utile qui ricordare che lo scopo per cui il Comune decise di cedere in favore dell’ASL/Ba la proprietà superficiaria dell’ex Centro Civico, (Protocollo d’intesa, Comune-ASL, del 20 luglio 2016) fu proprio quello di ristrutturare e ampliare la fabbrica, rimasta incompiuta, per concentrarvi tutti i servizi sanitari, a carattere locale e distrettuale, sparsi in più siti del territorio cittadino.

Tant’è che la stessa costruzione, tuttora in corso d’opera, a seguito di variante edilizia messa a punto dalla Direzione Tecnica dell’ASL/Ba (D.D. n.6282 del 20.06.2022), ha avuto un consistente ampliamento volumetrico, rispetto al progetto originario, quello autorizzato con la licenza edilizia del 16 marzo 2021, concessa dall’ing. Carrieri. Si è, infatti, intervenuti, nel corso del nuovo appalto dei lavori, a sopraelevare la costruzione con il 4° piano, perché potesse funzionare, appunto, come Casa di Comunità, oltre che centro di primo intervento e presidio unico di prestazioni ambulatoriali.

E, a tal riguardo, mi pare, altresì, doveroso annotare che il giorno della stipula dell’atto pubblico di concessione della proprietà superficiaria dell’ex Centro Civico, il 29 gennaio 2018, il Sindaco Depalma, alla presenza dei Responsabili dell’Azienda Sanitaria, ebbe a sottilineare i termini legali di detta operazione. E tenne, inoltre, a ribadire che: “Con la cessione odierna dell’ex Centro Civico alla ASL/Ba, Giovinazzo potrà disporre di una struttura nuova per l’erogazione dei servizi sanitari alla cittadinanza. L’operazione ha una duplice valenza perché in questo modo si recupera l’area del rudere del centro civico in condizioni di abbandono da più di 30 anni e si riapre una discussione sull’attuale area del poliambulatorio in zona Cappella”.

Con questa dichiarazione Depalma voleva intendere che una volta che il poliambulatorio, operante in zona “la Cappella”, si sarebbe trasferito nella nuova sede della Casa della Salute, in via 3° Trav. De Venuto, il Comune avrebbe potuto chiedere in cessione dalla Regione l’intera area dell’ex Colonia Marina. Si sarebbe potuto cosi riaggiormare la trattativa già delineatasi in termini di pregresse intese con il Servizio Demanio regionale per l’acquisizione da parte del Comune delle aree dell’ex Colonia Marina, come peraltro già formalizzato con un documento recepito dal Consiglio comunale con la Delibera n.41/2009. Quella previsione circa l’eventuale  trasferimento al Comune dell’immobile occupato dal poliambulatorio venne meno, proprio a seguito  della  contestatissima deliberazione comunale con cui si convenne di approvare la cessione all’ASL di Bari dell’ex Centro Civico, in sostituzione di altra area comunale, precedentemente individuata in Zona C4 del PRGC (Delibera del C.C. n.22 del 10 maggio 2017).

Le scelte attuali sono, dunque, in senso ben diverso perché l’ASL/Ba, ancorchè non sia nelle condizioni di trasferire il poliambulatorio presso la Casa di Comunità, tuttora in costruzione, nonostante siano trascorsi ormai sei anni dalla stipula del contratto con il Comune con  rogito notarile del 29 gennaio 2018, ha fatto proprio l’intero immobile per riqualificarlo a Centrale Operativa Territoriale con i fondi del PNRR.

Né il Comune ha mostrato, allo stato, di avere un qualche interesse alla retrocessione di quel compendio immobiliare, diversamente da quanto pronosticato dal Sindaco Depalma, una volta concluso l’atto notarile di cessione dell’ex Centro Civico.

E forse non l’ha voluto rivendicare come territorio comunale quel cespite immobiliare che, peraltro, proviene da un importante lascito al Comune, durante il regime fascista, da parte dei coniugi Cav. Vincenzo Antro – Carolina Siciliano di Rende per la realizzazione della Colonia Marina, che fu titolata “Luigi Antro”, appunto, a memoria dell’unico loro figlio, scomparso prematuramente.

Altri intenti politici, infatti, sono prevalsi a livello regionale, con l’individuazione degli obiettivi del PNRR, Missione 6 –Salute- rivolti essenzialmente a realizzare nuove strutture sanitarie più moderne, digitali e inclusive, atte a garantire equità di accesso alle cure e rafforzare la prevenzione e i servizi sul territorio.

E’ del tutto immaginabile, quindi, che si sia decisamente orientati a realizzare queste nuove strutture in aree in disponibiltà pubblica, di proprietà di Enti territoriali o della Regione stessa, come nel caso che ci riguarda, per facilitarne la progettazione ed esecuzione delle relative opere infrastrutturali da portare a termine, improrogabilmente, entro il 2026.

Che questa si stata la ragione per cui si sia deciso di utilizzare l’immobile dell’ex Colonia Marina come insediamento di una delle 12 Centrali Operative (COT) a Giovinazzo, è ben evidente.

Tra l’altro si deduce chiaramente dal tenore dell’esternalizzazioni fatte da autorevoli personaggi istituzionali, il giorno 14 marzo 2023, a margine della firma dell’accordo tra il Comune di Bari e l’ASL provinciale circa il piano di investimenti per le nuove strutture sanitarie da insediare sul territorio del capoluogo. In tale occasione lo stesso Presidente Michele Emiliano ebbe così a esprimersi -secondo una nota diramata della stessa Asl di Bari: “un modello da replicare il protocollo firmato oggi a Bari. Sono sicuro che la collaborazione tra le ASL e i Comuni di tutta la Puglia porteranno ad accordi di questo genere perché è interesse degli enti territoriali utilizzare al meglio le risorse del PNRR indirizzandole verso la sanità di base, potenziando i servizi e decongestionando le strutture per acuti come gli ospedali. Oggi si avvia un processo virtuoso grazie anche all’impegno dell’ASL Bari e del Comune di Bari che mette a disposizione importanti immobili per potenziare l’assistenza sanitaria del capoluogo”.

Insomma quel che conta, oggi, è attuare il piano d’investimento del PNRR Missione 6 –Salute- e, in questa logica, si è ritrovata beneficiata la città di Giovinazzo con altro imprevisto insediamento sanitario, la Centrale Operativa Territoriale, essendo disponibile un suolo, che si ritiene essere di proprietà regionale, su cui poter intervenire con ogni sollecitudine e portare a termine la progettazione e la conseguente esecuzione dell’opera entro il 2026.

Ma bastano le nuove strutture edilizie, ancorchè attrezzate con avanzate tecnologie digitali, a realizzare un servizio sanitario più vicino al cittadino?

 

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