È un compleanno amaro per Paul Pogba. Oggi il centrocampista francese compie 31 anni ma ha poco o nulla da festeggiare. Lo scorso 29 febbraio il Tribunale Nazionale Antidoping ha squalificato il calciatore della Juventus per 4 anni dopo che è risultato positivo al test antidoping eseguito dopo la prima giornata di Serie A contro l’Udinese, dove tra l’altro non è sceso in campo. Una leggerezza pagata a caro prezzo.
Sta di fatto che questo è senza ombra di dubbio il momento più difficile della carriera del transalpino, un calciatore che nella sua prima parentesi italiana tra il 2012 e il 2016 ha fatto innamorare i tifosi juventini per i suoi gesti tecnici, la fame e la voglia che ha sempre messo in campo. Non è da tutti conquistare il posto di titolare indiscusso a soli 19 anni nella squadra più titolata d’Italia con un allenatore maniacale come Antonio Conte.
Non a caso il ritorno di Pogba alla Juventus nell’estate del 2022 è stato accolto positivamente dalla tifoseria bianconera, entusiasta di rivedere a casa il figliol prodigo. Ma tra infortuni, operazioni, ritardi e vacanze poco opportune il rapporto con i supporter juventini si è complicato.
La sentenza di fine febbraio è stata un duro colpo. Il francese ha già annunciato che farà ricorso al TAS (Tribunale Arbitrale dello Sport con sede a Losanna) per non mettere la parola “fine” alla sua carriera. Una carriera emozionante e vincente, arricchita da tanti trofei individuali (come il Golden Boy 2013) e di squadra (su tutti la vittoria del Mondiale 2018) ma adesso anche spiacevolmente breve.
Sia chiaro, il TAS può ribaltare tutto ma la sensazione è che sarà difficile rivedere in campo Pogba con una squalifica così lunga. Ed è inutile dare la colpa al giocatore, che ha più volte ribadito la sua innocenza. Purtroppo però i risultati del ritorno in bianconero del francese sono sotto gli occhi di tutti. E nel calcio come nella vita parlano i fatti.
Paolo Gabriel Fasano