E’ normale, ogni volta accada un improvviso dissesto stradale o una rottura di una condotta di servizi d’utenza o, ancora un crollo di parte di una fabbrica, che si provveda, subito, a isolare il sito compromesso per evitare possa generarsi un qualche danno a cose o persone. A tale scopo ci si serve di transenne, di solito quelle comunali più a portata di mano, per circoscrivere, tempestivamente, l’area a rischio e impedire qualsiasi forma d’ingerenza esterna.
Qualcosa di simile è accaduto l’anno scorso, all’inizio dell’estate, in occasione del “Festival del mare” che si è svolto sullo scalo di alaggio del porticciolo di Giovinazzo. Uno dei tubolari metallici interposti fra due pilastrini in pietra, parte della balaustra lungo via Isonzo, che fa da affaccio su cala porto, a causa della ruggine, ebbe a scardinarsi. E per evitare che qualcuno andasse a sporgersi in quel punto, ormai sprovvisto di ogni misura di sicurezza, fu apposta una delle transenne comunali, da poco acquistate dal Comando di Polizia Urbana, che funzionasse da elemento di protezione, per evitare possibili cadute sul sottostante lungomare di ponente.
Dopo quell’intervento di messa in sicurezza provvisoria, mediante l’ancoraggio della transenna alla restante parte della ringhiera, nessun’opera di ripristino è stata mai eseguita. La riparazione consisterebbe nella semplice sostituzione di alcuni tubolari metallici da innestare negli alloggiamenti esistenti sui pilastrini o sulla colonnina centrale di ghisa.
Sicchè, per lunghi mesi, la transenna è stata lì a fungere da parapetto, mentre altri elementi metallici, nel frattempo, si sono disancorati essendosi arruginiti proprio sul punto d’innesto al pilastro in muratura.
Difficile avere una spiegazione del perché, a fronte dell’evidente rischio derivante dalla pessima condizione dei tubolari di ferro della ringhiera, non si sia provveduto alla sostituzione di quell’andato distrutto e degli altri pezzi ormai corrosi. Un’operazione di manutenzione urgente, quanto mai, senza, comunque, alcun problema d’esecuzione e, per giunta, di scarso importo, tanto da non richiedere la redazione di un progetto ad hoc con l’indicazione preventiva del quadro economico della spesa.
Non posso certo pensare che gli agenti che un anno fa badarono a mettere in sicurezza il sito con la legatura della transenna di plastica con un fil di ferro non abbiano fatto la dovuta segnalazione all’Uffucio comunale cui compete rimuovere tali inconvenienti. Né posso escludere che su quel tratto di strada, così frequentato, non sia mai passato una qualche servizio di vigilanza cittadina e, tanto meno, qualche amministratore comunale senza che abbia notato la situazione di pericolosità cui versa quella ringhiera per la corrosione degli elementi metallici e, dunque, investire chi di dovere per la dovuta riparazione della balaustra.
Dunque, nulla si è mosso, per circa un anno, e la transenna gialla legata è stata lì a fungere come parapetto, almeno fino venerdì 17 maggio quando, inspiegabilmente, qualcuno l’ha disancorata, tagliando il fil di ferro che la teneva legata, e l’ha portata via, collocandola sul varco di via S. Andrea per impedire l’accesso veicolare su Piazza Vittorio Emanuele II.
Era in programma, infatti, in piazza, la manifestazione della gioventù sportiva, per cui necessitando un notevole quantitativo di transenne, qualcuno ha ritenuto di poter recuperare anche quella transenna su via Isonzo, ancorchè lì posta per ragioni di prevenzione di danni a cose e persone. Così si è venuto a ricrearsi lo stato di pericolo per effetto della mancanza di elementi costituenti la balaustrua come è possibile rilevare dalle foto acclusa.
Al termine della manifestazione la transenna è stata riposizionata da dove era stata rimossa ed è stata legata, questa volta, con una cordicella per impedire che qualcun altro la recuperi per altro scopo. Non si può, perciò, non convenire che tale situazione di pericolo permanga ancora a lungo, nonostante che a luglio si andrà a svolgere un’altra edizione del “Festival del mare”, sempre nell’ambito della zona dello scalo portuale, con un accorso di spettatori su qul sito.
Non è il caso che si intervenga almeno con una operazione minimale che consenta di garantire un margine di sicurezza senza quella transenna?
E’ diventato, ormai, prassi ricorrente che ci si vanti d’interventi di opere, in grande stile, e per contro si tralasciano le manutenzioni ordinarie su ogni ordine di beni al servizio della comunità.
Ne è prova sempre in piazza del Porto ove, appena qualche giorno fa, sono state estirpante piante, non certo in cattivo stato, per essere sostituite da altre, i due impianti d’illuminazione pubblica, posti al centro dello spazio, da qualche mese, sono in gran parte rovinati, al punto che sono privi dei lampioni.
Non c’è forse da rammaricarsi per questa immagine di scarso decoro che si offre ai visitatori?
Giuseppe Maldarella