Lungo un tratturo che collegava in passato Bitonto a Ruvo sorge, al centro di vasti uliveti, un’imponente torre su ben tre livelli che, nonostante l’apparenza anonima, cela un passato notevole collegato a uno dei più importanti eventi del passato dell’Italia Meridionale.
Si tratta della Torre di Spoto, un antico edificio fortificato che con la sua elevata altezza domina il territorio circostante.
La vicina Bitonto fu, in data 25 maggio 1734, al centro degli eventi mondiali dell’epoca, in quanto qui fu combattuta la celebre battaglia tra le truppe spagnole guidate dal duca di Montemar e quelle austriache guidate dal principe di Belmonte.
La battaglia ha la sua importanza in quanto segnò il passaggio definitivo del Regno delle Due Sicilie dal dominio asburgico a quello borbonico, che caratterizzò il meridione fino alla successiva unità d’Italia.
Il collegamento tra la Torre di Spoto e la battaglia di Bitonto è presto detto: secondo la storiografia locale, infatti, la torre rappresentò il quartier generale degli spagnoli.
L’idea appare plausibile: innanzitutto, si trova in un’area sopraelevata rispetto alla città di Bitonto, e la stessa torre, con la sua altezza smisurata permetteva di avere una visuale d’insieme del territorio circostante e, quindi, anche delle truppe austriache.
In secondo luogo, l’area è abbastanza isolata: pur trovandosi a ridosso di un antico tratturo, l’edificio rimane a debita distanza dalla città. Infine, il suo aspetto militare ben si prestava a ospitare una personalità di rilievo come il duca di Montemar.
La torre si sviluppa su ben tre piani, cui si aggiungono ambienti ipogei con ogni probabilità adibiti a cisterna.
Il piano terra e per metà seminterrato, e presenta un unico ambiente voltato a botte. Al primo piano si accede dall’esterno tramite una ripida scala ricavata nelle rocce che fuoriescono dal terreno. La stessa scala è difesa da alcune feritoie.
Il primo piano si articola in due stanze, anch’esse voltate a botte. Da una di queste parte l’ulteriore scala che permette di raggiungere l’ultimo piano, anticamente coperto a falda, che presenta una colombaia e una loggia parzialmente murata.
Proprio da questo livello si gode della completa visuale a 360 gradi sul territorio circostante, spaziando da Bitonto, a Palo e fino a Terlizzi.
La fortificazione, nonostante la sua importanza storica, si trova ad oggi in condizioni tutt’altro che ottimali, con l’ultimo livello che è pesantemente a rischio crollo.
Giuseppe Mennea