Nelle campagne di Barletta, a circa 6 chilometri dal centro abitato, lungo la via di Grumo, anticamente detta Via di Napoli, sorge la frazione di Montaltino. Pur essendo ad oggi quasi disabitata, la borgata conserva un’antica storia legata all’economia feudale e della transumanza.
Al giorno d’oggi, non si ha contezza della data di fondazione del borgo. Sicuramente, i punti di riferimento sono il ‘600, periodo di costruzione della stazione di posta per le pecore e del pozzo monumentale, e l’800, quando venne edificata la chiesetta dedicata all’Annunziata.
Giungendo al borgo si nota, sorpassando una coppia di colonne, un edificio che rappresenta il cuore del borgo: si tratta del Palazzo Ducale Carcano-Filiasi. I Carcano detenevano in questo luogo un feudo di oltre 500 ettari e, verosimilmente, il Palazzo Ducale costituiva originariamente la masseria, posta al centro del latifondo.
Si presenta con una facciata arricchita a destra da un campanile a vela, indicante la presenza della cappella privata del casato, a sinistra da una garitta, che serviva a meglio difendere il Palazzo e il borgo. Altre torri simili si possono notare a tutti gli angoli dell’edificio.
Alle spalle di questo, un vasto portone ogivale indicherebbe l’originaria presenza di strutture produttive, probabilmente depositi riconvertiti a frantoi in epoca recente. Si deve considerare, infatti, che nel Seicento la coltivazione prevalente non fosse l’olivo e la vite, bensì il grano.
In posizione opposta rispetto al Palazzo Ducale sorge la stazione di posta, realizzata nel Seicento in posizione strategica per intercettare i pastori che, per la transumanza, si spostavano sia dalla murgia che dall’Abruzzo. Annessa alla stazione di posta, costituita da tre lamioni contigui, sorge un edificio su due livelli, probabilmente una taverna, che offriva ristoro ai pastori.
Sulla destra rispetto al Palazzo Ducale, e in parte anche alla sinistra di questo, sorgono i caseggiati dei massari, edifici prevalentemente a unico piano caratterizzati da una copertura a spioventi e un comignolo.
La chiesetta, con la sua facciata neoclassica a doppio campanile, venne realizzata su incarico della famiglia Carcano, che ancora oggi ne detiene la proprietà. Originariamente era dedicata a San Michele, e infatti c’è traccia del passaggio dei pellegrini diretti sul Gargano. Oggi è dedicata all’Annunziata, e pare sia aperta in occasione della festa del borgo, la settimana dopo Ferragosto.
A completare il borgo c’era il pozzo monumentale, con la forma di un arco decorato da vasi in tufo. Oggi appare abbandonato a seguito della realizzazione della fontana pubblica da parte dell’Acquedotto Pugliese nel 1955, con le risorse messe a disposizione dalla Cassa per il Mezzogiorno.
La borgata era anche servita da una stazione, posta in realtà ad alcuni chilometri dal centro, lungo la linea Barletta-Spinazzola. Ad oggi, la stazione risulta soppressa e abbandonata: quella più vicina è quella che sorge nei pressi del sito archeologico di Canne della Battaglia.
Il piccolo centro, comunque, ha subito un pesante processo di abbandono, e ad oggi sembra ripopolarsi d’estate (gli abitanti stabili sono esigui). Un tentativo di ripopolare la frazione con la realizzazione di alcuni villini si è tramutato in un conflitto giudiziario per presunte irregolarità nei lavori, col risultato che le nuove abitazioni sono al momento in una situazione di abbandono e degrado. È comunque presente una masseria sociale che svolge una serie di attività anche ricreative.
Giuseppe Mennea