Il film “L’invenzione di noi due”

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Il film “L’invenzione di noi due”, uscito nelle sale il 18 luglio 2024, distribuito da Be Water Film in collaborazione con Medusa Film, rappresenta l’adattamento cinematografico dell’omonimo romanzo, pubblicato da Matteo Bussola nel 2020. Il regista Corrado Ceron, dunque, mette in scena una storia d’amore, ormai prigioniera dei ricordi del passato, presentandone la genesi, l’evoluzione e la fine. 

Milo (Lino Guanciale) e Nadia (Silvia D’Amico), personaggi inquieti e originali attorno a cui ruota l’intera vicenda, si incontrano ormai trentenni ad una festa e riconoscono l’uno nell’altro il corrispondente senza volto a cui scrivevano messaggi su un banco del liceo. Dal curioso interrogativo “chi sei?”, i due si erano raccontati apertamente nella loro essenza, confessandosi sogni, ambizioni e aneddoti. Da tale coincidenza quasi provvidenziale non può che nascere un amore travolgente e romantico, che affonda le sue radici nella corrispondenza intrattenuta da adolescenti. Un amore che si manifesta precocemente e per tutta la sua durata dovrà fare i conti con la frustrante realtà lavorativa: Milo, architetto tanto brillante quanto sfortunato, a fronte di grandi delusioni rinuncia ai suoi sogni e si guadagna da vivere come cuoco; Nadia, invece, più volubile e impulsiva, si accosta a diversi lavori che man mano lascia, nel tentativo di realizzare il suo sogno e divenire una scrittrice di romanzi.
Sullo schermo si confrontano due personalità lontane nei loro desideri e bisogni, giacché lui ha abbandonato i progetti inconciliabili con un amore quotidiano, mentre lei vive intrappolata nell’aspirazione di vedere compiuto il suo sogno, anche a costo di non guadagnare un soldo. Dagli intrecci temporali, prodotti dai frequenti flashback e ricordi che alimentano la narrazione, come spettatori siamo portati a schierarci a sostegno di uno dei due amanti: si oscilla tra l’appoggiare Milo, sempre incline al sacrificio e amorevole verso la partner a tratti egoista, e il comprendere il dolore di Nadia, torturata dalla delusione di non riuscire a diventare non solo scrittrice ma anche madre e l’angoscia di perdere l’amica a lei più cara. È così che nel giro di qualche anno la passione che ardeva incessantemente tra loro si affievolisce, divenendo meno che routine, poiché la loro quotidianità manca di qualsiasi forma di condivisione e quel che resta è soltanto uno scambio serrato di citazioni letterarie, massime e aforismi.
La pellicola, quindi, permette di calarsi nei panni dei personaggi, anche più marginali, i quali appaiono tutti accomunati da una lotta che stanno portando avanti con la vita: qualcuno contro il cancro, alcuni contro la fine di un amore, altri contro un’esistenza che odiano. Il messaggio che si coglie dall’epilogo è proprio che, quando si smette di lottare, si vince, perché spesso il nostro primo nemico siamo noi stessi e perché accettare una situazione che non possiamo cambiare, anche se dolorosa, apporterà il sollievo indispensabile per conquistarci la felicità che cerchiamo. Si tratta in definitiva di una commedia romantica e sentimentale, priva però di sentimentalismi fantastici e velleitari, ma ricca di vita vera, che merita la visione in quanto capace di farci fare i conti con la nostra in maniera non banale, per via della molteplicità e profondità dei temi trattati.
Maria Elide Lovero
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