L’ex cementificio che deturpa la costa di Giovinazzo

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Tutti i giovinazzesi lo conoscono o, se non lo conoscono, l’hanno visto almeno una volta osservando il panorama sul mare verso Molfetta: si tratta dell’ex cementificio che, abbandonato ormai da decenni, deturpa con la sua presenza la visuale sulla costa.

L’edificio si riferisce a una realtà imprenditoriale locale denominata “Calci e manufatti di cemento del Mezzogiorno”, che fu attiva fino agli anni ’80 producendo calce e prefabbricati. Assieme alle ex Acciaierie e Ferriere Pugliesi (ormai quasi interamente demolite) e al complesso dei Marmi Barbone costituisce un esempio di quello che fu il dinamismo economico del Novecento in territorio di Giovinazzo.

La struttura sorge nei pressi di Torre Gavetone, a ridosso del mare, dove fino al maggio del 2006 sorgevano addirittura sei vasche abusive dove si lasciava decantare la calce, gettando l’acqua in eccesso direttamente in mare.

Lo stabilimento occupa complessivamente una superficie di oltre 20.000 metri quadri, comprensivi di numerosi corpi di fabbrica e di quattro campi da calcio anch’essi abbandonati.

A ridosso della litoranea sorge quello che era l’edificio destinato a ufficio, mentre con un lungo viale di accesso si giunge alla fabbrica vera e propria, costituita da un forno di cottura, due silos di stoccaggio e altri piccoli edifici ad uso di depositi, spogliatoi e centrale elettrica. È, inoltre, presente una rampa carrabile che permetteva ai mezzi industriali di raggiungere le tramogge.

Il forno di cottura, con la sua ciminiera, è circondato da una precaria struttura in acciaio, quasi interamente arrugginita a causa dell’azione del mare e in procinto di crollare. Le stesse pareti del forno, nonostante siano in cemento armato, appaiono innaturalmente bombate.

Il resto dell’edificio è in muratura, ma quasi niente rimane degli antichi apparati di produzione. Al momento, infatti, l’area presenta solo qualche murales, che colora il degrado complessivo in cui lo stabilimento versa.

In un documento della precedente amministrazione, l’area è indicata come oggetto di una futura riqualificazione, simile a quella che avrebbe dovuto svolgersi per i Marmi Barbone, in modo da realizzare nei pressi della vecchia fabbrica un resort. Ma se il progetto della costa sud si è definitivamente arenato a causa del giudizio del TAR, per quello del cementificio, ad oggi, non si hanno ulteriori notizie.

Rimane l’amaro di vedere un edificio abbandonato e degradato all’ombra del quale quotidianamente i bagnanti trascorrono le giornate.

Giuseppe Mennea

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