Appena un mese fa sarebbe stata ripristinata la parte della balustra di via Isonzo che si affaccia sul porto, dopo essere stata transennata per circa un anno, a causa del cedimento del tubolare di ferro innestato ai pilastri in pietra. A giusta ragione ho usato il verbo al condizionale, considerato che la transenna gialla, in dotazione al Corpo della Polizia Urbana, è riapparsa nuovamente per qualche giorno, sullo stesso sito. Ed era stata, pure, ben ancorata, con nastro a striscia bianco-rosso, a quel tratto di ringhiera dissestato per evitare che qualcuno appoggiandosi potesse cadere sulla via di sotto del lungomare. Si vede che il lavoro di riancoraggio dei tubi di ferro ai pilastrini in pietra non aveva portato a un sicuro consolidamento della ringhiera che, tuttora, sembra mostri una certa pericolosità, nonostante si sia nuovamente intervenuti per rinnestare i tubi al pilastro di pietra. La transenna così è stata rmossa di nuovo.
Inutile dire che è di tutta evidenza che il fenomeno di ossidazione, in assenza assoluta di manutenzione, ha corroso i tubolari in ferro che, nel tempo, si sono consumati proprio nella parte cui sono inseriti nei pilastri in pietra, venendo così a perdere la loro funzione di parapetto. Ed è una situazione che ha a interessare l’intera ringhiera che, per qualche decina di metri, delimita il percoso iniziale di via Isonzo a mò di balcone sull’area del bacino portuale con lo sfondo l’abitato antico che sovrasta la muraglia aragonese, dal fortilizio cilindrico fino al fortino.
Il perdurare di questo stato di pericolosità riguardo a un luogo caratteristico della città, anzi uno straordinario affaccio paesaggistico, credo dia il senso di quanta trascuratezza emerge dal programma dei lavori pubblici dell’Amministrazione, rivolti, per lo più, a realizzare nuove opere senza badare al decoro, alla buona conservazione e, perfino, alla sicurezza di ogni bene comune al servizio della collettività in genere.
È mai possibile che si spendano ingenti risorse pubbliche per manifestazioni ed eventi canori, che pur si tengono anche sugli spazi di torno alla cala del porticciolo, e non si riesce a trovare qualche decina di migliaia di Euro per sostituire tutti i tubolari ormai rovinati lungo il parapetto di via Isonzo?
Con un intervento di tal fatta si eliminerebbero anche quei due orribili pannelli, a rete, di ferro, anch’essi arruginiti, che, all’epoca, furono saldati alla ringhiera allo scopo di evitare che si lasciassero cadere oggetti vari di sotto al lungomare ove si apriva un noto ristorante, da tempo, ormai fuori esercizio.
Tenere a lungo in quello stato la balaustra di piazza del porto è indice di un’assenza di un programma annuale di opere manutentive alle infrastrutture comunali.
Già, è più utile politicamente propagandare nuove realizzazioni, piuttosto che impegnarsi in un piano di ordinari interventi manutentivi ai beni patrimoniali a servizio della collettività in genere.
Giuseppe Maldarella