Approvate le bodycam sulle divise della polizia

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Da poche settimane in Italia è stato annunciato un emendamento all’interno del ddl sicurezza dal sottosegretario agli interni Nicola Molteni (Lega). A seguito dei dibattiti svoltisi in Parlamento e fra la cittadinanza, suscitati da noti fatti di cronaca, il Governo ha approvato la dotazione delle bodycam per le forze dell’ordine; Molteni ha affermato, infatti: “Ci sarà un emendamento del governo e della maggioranza per prevedere le bodycam sulle divise, a tutela degli operatori delle forze di polizia che mai si sottraggono e si sono sottratte a verità e trasparenza”. Sino ad ora il loro utilizzo era regolato da una circolare del 2022, seconda la quale bisognerebbe farvi ricorso “in situazioni di rischio come ulteriore strumento di documentazione degli accadimenti e, nel contempo, di tutela del personale operante“.

Tuttavia, nel corso dell’esame nelle commissioni Affari Costituzionali e Giustizia della Camera sul ddl sicurezza, sono state rigettate dalla maggioranza le proposte emendative di opposizione, presentata da +Europa, concernenti i codici identificativi delle forze dell’ordine. Secondo il sottosegretario Molteni, infatti, i codici identificativi potrebbero diventare uno “strumento pericoloso e dannoso che incentiva le denunce facili e strumentali a danno dell’operato delle nostre forze di polizia. I codici identificativi possono esporre i poliziotti a una situazione di maggior pericolo e rischio”, generando dinamiche a sfavore di tale categoria.
La bodycam, invece, ad oggi è in uso presso alcuni corpi di polizia municipale, ad esempio in Emilia e Piemonte; inoltre, il ministero dell’Interno aveva fornito una dotazione in via sperimentale  a 700 operatori di reparti mobili della polizia e a circa 250 militari dell’Arma. In aggiunta, il Viminale aveva tracciato le linee guida per utilizzare correttamente le apparecchiature, stabilendo, per esempio, che le immagini registrate potessero essere conservate per un massimo arco di tempo di sei mesi. Similmente, erano state vietate dal Garante della privacy registrazioni a ciclo continuo ed era stato imposto l’immediato trasferimento delle immagini su un server per motivi di sicurezza.
Diverse parti politiche, però, avevano richiesto un uso più esteso e incisivo dell’ausilio, specialmente nei servizi volti a mantenere l’ordine pubblico: in particolare la Senatrice Ilaria Cucchi di Alleanza Verdi e Sinistra si era prodigata perché l’emendamento venisse accolto.

Maria Elide Lovero
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