IN PIAZZA, A GIOVINAZZO, UN PALCO SI SMONTA E UNO SI RIMONTA SENZA RISPETTO DEL VALORE SOCIALE E CIVICO DEL LUOGO

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I caldi afosi di questi interminabili mesi estivi che stanno muovendo una gran massa di gente a cercare il relax  e il divertimento oltre che godere del nostro mare, da subito, hanno dato luogo all’insorgere di vibranti proteste, nei confronti del Sindaco, da parte di residenti di alcuni quartieri costieri. La loro presa di posizione non è tanto contro il prodursi degli innumerevoli eventi e delle manifestazioni che, pure, il Comune in gran parte patrocina, quanto piuttosto il modo ormai consueto di fare turismo, attraverso attrazioni e spettacoli ad alta immissione sonora fino a notte inoltrata. Della questione se n’è occupato, perfino, il Consiglio comunale a seguito di petizione di un apposito comitato, che sembra non abbia prodotto l’esito auspicato, non trovandosi convergenze circa tempi e limiti all’impatto acustico, cui obbligare i gestori di bar-ristoratori, di siti balneari e dei ritrovi della movida.

Ma a parte questa vicenda, cui non si è compreso a pieno la ragione per cui il dott. Sollecito non ha inteso riconsiderare l’approccio del suo governo con l’introdurre concrete misure cautelative della quiete notturna, c’è un altro aspetto, forse di maggior rilevanza, anche se non ha dato luogo ad alcuna polemica. E’ quello dell’occupazione sistematica della piazza Vittorio Emanuele II per lo svolgimento di manifestazioni, le più svariate, e, in particolare, di grandi spettacoli musicali che ivi si susseguono. Circostanza che comporta l’istallazione di maestosi palchi e pedane e la relativa sottrazione all’uso pubblico di quasi tutta la piazza stessa.

Non si può negare che sono divenute frequenti le operazioni di allestimento e di smontaggio di palchi giganteschi cui ogni manifestazione necessita, secondo le caratteristiche e la natura dello spettacolo da mettere in atto con tutti gli altri attrezzaggi del caso. Insomma la piazza è divenuta una arena per ogni tipo di manifestazione, nonostante un recente Regolamento Comunale, del 2022, cosiddetto “Borgo Antico”, ne vieta in assoluto l’utilizzo ad uso privato mediante l’occupazione temporanea della stessa. Basta però un dispositivo del Sindaco ed è possibile derogare a tale divieto. E di Ordinanze in tal senso il dott. Sollecito continua a sfornarne in continuazione, tant’è che non c’è settimana che non si riscontrano all’opera maestranze di montatori che scaricano da grossi camion gli allestimenti metallici per installarli e, dunque, smontarli e ricaricarli sui mezzi, quando lo spettacolo è terminato.

Una situazione piuttosto critica per tutto questo esteso ingombro in un luogo che si dice essere il cuore e l’immagine stessa della città.

E’ questo il modello pubblico di business turistico attuale che il governo cittadino asseconda, favorisce, e perfino, retribuisce con l’acquisto del pacchetto, tutto compreso, di ogni singola mnifestazione da tenersi, a vantaggio, si dece, della collettività. E’, infatti, ricorrente che il Sevizio Governance e Welfare della 3° Direzione, con procedura semplificata contrattuale, fa l’acquisto diretto, dietro compenso, di quegli eventi e spettacoli precedentemente proposti da parte di associazioni o di operatori del settore e che la Giunta ha ritenuto condividerli, inserendoli nel Programma dell’Estate Giovinazzese -2024-. Non si tratta più, come in precedenza, di una specie di delega a organizzare l’evento dietro l’erogazione di un contributo economico, più o meno consistente, da liquidarsi dietro presentazione di nota di spese sostenute dall’organizzatore per la circostanza, ma di un acquisto diretto della fornitura di uno spettacolo, nell’intersse pubblico.

Al di là, comunque, delle modalità procedurali di cui si avvale ora l’Amministrazione comunale per compensare gli artefici degli spettacoli estivi che si tengono in piazza, come anche negli altri spazi urbani, viene da chiedere: quale sia il senso del Regolamento che ne vieta l’utilizzo della piazza a tale scopo se poi, di volta in volta, il Sindaco ne autorizza l’occupazione anche a spettacoli prodotti fuori dal programma estivo comunale?

E, allora, stante tutta questa serie di spettacoli che si moltiplicano in piazza, credo sia utile proporre  una seria riflessione collettiva sul punto appena posto in risalto:

Pare giusto e corretto chiudere e sottrarre alla fruizione pubblica gran parte della piazza Vittorio Emanuele II per far tenere un evento rigorosamente a pagamento.

Questa mia richiesta di riflessione, sia chiaro, non vuol essere una critica riguardo gli spazi pubblici a priori: se non fossero disponibili ambiti comunli, come parchi, piazze cittadine e gli stessi impianti sportivi sarebbe di fatto impossibile organizzare concerti e spettacoli d’estate, periodo in cui, salvo casi eccezionali, non si fa musica in ambienti al chiuso. Anche se, come in molte città, pure medio-piccole, le Amministrazioni stanno investendo per acquisire e attrezzare aree e piazzali, distanti dalla contesto urbano, da destinare, con i dovuti servizi e parcheggi, appositamente a spazi per tenere manifestazioni ed eventi all’aperto.

Questa mia interpellanza vuol dare rilievo alla necessità di salvaguardare il valore storico-artistico e naturale della Piazza Vittorio Emanuele II, a prescindere dai modi e termini della sua utilizzazione per qualsiasi tipo di evento ne venga autorizzato.

E, dunque, la mia domanda è: quel luogo storicamente destinato alla comunità, sin da quando fu realizzato, nel 1797, con 270 ducati raccolti presso il popolo, allo scopo di ospitare i sovrani borboni, Federico IV e Maria Cristina, in visita alla città,  può essere chiuso per un concerto a pagamento? O meglio, visto ciò che già succede correntemente non solo nel corso dello spettacolo ma anche durante il montaggio e smontaggio di attrezzature così imponenti, è Ammissibile? È Etico?

Che questo sia la normalità, ormai da tempo, non fa si che non se ne debba discutere, anzi. L’utilizzazione della piazza per lo svolgimento di spettacoli di ogni natura, e a diverso richiamo di spettatori, dovrà pur avere una linea rossa, cui non è possibile andare oltre.

La piazza Vittorio Emanuele II non è uno slargo urbano qualsiasi, è da considerarsi un monumento con la presenza della fontana artistica dei Tritoni che è presa d’assalto proprio nel corso dello svolgimento degli spettacoli in discussione.

Pertanto, la questione da dibattere è come preservare la fragile bellezza di quel luogo che tanti visitatori ci invidiano e, al tempo stesso, di ricercare equilibrate procedure gestionali per conservarla nella sua integrità storica e di immagine identitaria della città.

Giuseppe Maldarella

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