La Turchia ha una lunga tradizione di accoglienza nei confronti dei randagi, trattandosi dell’unico paese al mondo dove questi animali hanno un diritto formalmente riconosciuto ad abitare le piazze e le strade delle città. Già a partire dall’Impero Ottomano, di cui il moderno Stato turco è la culla, gli animali senza un padrone venivano considerati un bene pubblico.
Tuttavia, ora questa benevola eredità è minacciata. Piuttosto che andare orgogliosi di questo statuto e imporsi come esempio educativo nel mondo, il governo del presidente Erdoğan ha emesso una proposta di legge per abbattere i milioni di animali che da anni arricchiscono le strade di Istanbul e non infastidiscono nessuno, né abitanti locali né tantomeno turisti. Anzi, proprio questi ultimi vedono i cani e i gatti di Istanbul come un’attrazione turistica al pari di musei, chiese e moschee, se non addirittura più facile da arrivare economicamente (dato l’elevato costo delle attrazioni culturali dell’antica capitale) e senz’altro più dolce. Invece, l’opinione distorta delle autorità turche ritiene questi animali colpevoli di non essere graditi ai turisti e di non aiutare “il decoro urbano” proponendo così una soluzione radicale: radunare tutti gli animali e abbatterli se non adottati entro 30 giorni.
Questa legge è stata già approvata nei mesi precedenti, ma nulla è ancora scritto e gli animali possono ancora essere salvati.
Sofia Fasano