Dopo più di mezzo secolo, 57 anni per la precisione, un regista spagnolo si è aggiudicato il Leone d’oro al miglior film alla Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia. Nel 1967 era stato Luis Buñuel a ricevere questo riconoscimento per il film francese “Belle de jour” con protagonista Catherine Deneuve, quest’anno, invece, Pedro Almodóvar ha spiazzato tutti con la sua vittoria.
Presentato in data 2 settembre, “The room next door” è il primo lungometraggio diretto da Almodóvar in inglese, ma con una produzione spagnola. Durante la cerimonia di premiazione avvenuta lo scorso 7 settembre – seguita da remoto dalle protagoniste del film Julianne Moore e Tilda Swinton volate da Venezia al TIFF (Toronto International Film Festival) oltreoceano – Almodóvar, visibilmente provato, nel suo discorso ha fatto un appello ai governi di tutto il mondo in modo che essi prendano dei provvedimenti in merito a una legge che regoli l’eutanasia. “Il film parla di una donna che muore in un mondo che sta morendo e della persona che ha deciso di condividere con lei i suoi ultimi giorni […] Parla anche della decisione del personaggio di T. Swinton di porre fine alla sua vita che le ha offerto un dolore senza soluzione […] Credo che sia un diritto fondamentale di tutti gli esseri umani, non è una questione politica, ma umana […] L’essere umano deve essere libero di vivere e di morire quando la vita è insopportabile.”
Ma veniamo alla critica. Secondo i commenti di chi era presente alle proiezioni al Lido, questo film si distacca dallo stile almodovariano verso un tentativo più hollywoodiano. Per un nostro giudizio, tocca attendere il 5 dicembre quando il film uscirà nelle sale italiane con il titolo “La stanza accanto”.
Sofia Fasano