In occasione della giornata per l’aborto libero, sicuro e garantito di oggi, volevo proporre una riflessione sull’opera di Annie Ernaux, scrittrice francese insignita nel 2022 del premio Nobel per la letteratura, e in particolare della sua opera “L’evento”.
Innanzitutto, nulla di tutto ciò – i romanzi dell’autrice a proposito né tantomeno il discorso sull’aborto – è argomento passato, se non tuttavia quanto di più attuale.
Per Ernaux la scrittura è un atto di grande responsabilità e di impegno, un gesto personale che rende un evento intimo come il suo aborto noto: l’autrice ha firmato il manifesto del quotidiano “Le Nouvel Observateur” del 1971 dove 343 donne raccontavano la propria esperienza, oltre all’atroce resoconto nel suo romanzo “L’evento”. All’interno è descritto minuziosamente l’angosciosa situazione e il processo che ha portato la protagonista (nonché la stessa Ernaux) a interrompere una gravidanza non desiderata quando abortire in Francia era ancora un reato. La scelta di abortire e di farlo clandestinamente è cruciale. Si tratta di una scelta personale, di cui Anne era consapevole e che ha preso per quanto riguardava il proprio corpo. Ma è proprio per le nuove leggi attualmente in vigore che Ernaux può esprimere la forma in cui ha vissuto questo evento, ovvero la clandestinità. Le leggi attuali non devono essere un alibi per non raccontare ciò che succedeva in passato senza queste leggi. Nonostante ciò, è grave come la storia di Anne appartiene ugualmente al nostro presente.
Sofia Fasano