Don Lorenzo Milani a Barbiana e don Roberto Sardelli alla scuola 725 di Roma: due nomi, due esperienze, un unico, potente messaggio: l’educazione come strumento di riscatto sociale e di promozione della giustizia
Entrambi i preti scelsero di vivere ai margini, condividendo la vita e le difficoltà dei loro ragazzi. Milani a Barbiana, in una scuola autogestita, e Sardelli nella scuola 725, tra le baracche dell’Acquedotto Felice, dimostrarono che l’educazione autentica si fa incontrando le persone dove sono, ascoltando le loro storie e valorizzando le loro esperienze.
Entrambi credevano fermamente nel potere della parola scritta e nella necessità di dare voce ai senza voce. La famosa lettera di Barbiana e la lettera al sindaco di Roma scritta dai ragazzi della scuola 725 sono testimoni di questa convinzione.
Sia Milani che Sardelli sottolinearono l’importanza di una scuola che non fosse solo trasmissiva di nozioni, ma che aiutasse i ragazzi a diventare cittadini consapevoli e critici, capaci di partecipare attivamente alla vita della comunità.
Nonostante le molte affinità, le esperienze di Milani e Sardelli presentano anche alcune differenze. Milani operava in un contesto rurale, in un piccolo paese della Toscana, mentre Sardelli lavorava in una grande città, tra le baracche di una borgata romana.
Inoltre, i ragazzi di Barbiana provenivano da famiglie contadine, mentre quelli della scuola 725 erano figli di immigrati e di operai. Queste differenze hanno influenzato i loro progetti educativi, ma non ne hanno inficiato l’obiettivo comune: offrire a tutti i ragazzi le stesse opportunità di crescita e di emancipazione.
L’eredità di Milani e Sardelli è più viva che mai. Le loro esperienze ci ricordano che l’educazione è un diritto inalienabile e che la scuola ha un ruolo fondamentale nel promuovere l’uguaglianza e la giustizia sociale.
In un mondo sempre più complesso e frammentato, il loro messaggio continua a essere una bussola preziosa per tutti coloro che si impegnano per costruire una società più giusta e inclusiva.
Francesco Saverio Masellis