“Allora Gesù disse loro: “Rendete a Cesare ciò che è di Cesare e a Dio ciò che è di Dio”. E rimasero ammirati di lui.” (Luca 20,25)
Questa celebre frase, pronunciata da Gesù in risposta a una domanda insidiosa dei farisei, continua a risuonare nelle nostre vite, offrendo una guida tanto necessaria quanto complessa. Essa ci invita a trovare un equilibrio tra le nostre responsabilità terrene e la nostra dimensione spirituale, tra il rispetto delle leggi umane e l’adesione ai principi divini. Tuttavia, è fondamentale sottolineare che la frase di Gesù non intende equiparare Cesare a Dio, ma piuttosto stabilire una gerarchia di valori, ponendo Dio al primo posto.
Cesare rappresenta l’autorità terrena, lo Stato, le leggi umane. Dio, invece, incarna il potere trascendente, la legge morale, la dimensione spirituale dell’esistenza. Mentre Cesare è una figura storica e temporanea, Dio è eterno e infinito. Mentre le leggi di Cesare possono cambiare, i principi divini rimangono immutabili.
Dare a Dio ciò che è di Dio significa riconoscere la supremazia della dimensione spirituale su quella materiale. Significa coltivare la propria relazione con Dio, vivere secondo i suoi comandamenti e mettere la propria vita al servizio del prossimo. Solo dopo aver dato a Dio ciò che gli spetta possiamo dedicarci alle nostre responsabilità terrene.
L’equilibrio tra Cesare e Dio non è una semplice divisione dei compiti, ma una scelta di vita. Significa riconoscere che la nostra esistenza ha un significato più profondo della mera soddisfazione dei bisogni materiali. Significa vivere nel mondo, ma non essere del mondo.
“Dare a Cesare ciò che è di Cesare e a Dio ciò che è di Dio” ha profonde implicazioni per la nostra vita quotidiana. Ci invita a rispettare le leggi dello Stato e contribuire al bene comune, a dedicare del tempo alla preghiera, alla meditazione e alla riflessione sui valori spirituali, a mettere le proprie capacità e talenti al servizio degli altri e ad approfondire la conoscenza di Dio e della sua Parola.
In definitiva, la frase di Gesù è un invito alla conversione, ovvero a un cambiamento radicale del nostro modo di pensare e di vivere. È un invito a mettere Dio al centro della nostra vita e a conformare tutte le nostre azioni alla sua volontà.
“Dare a Cesare ciò che è di Cesare e a Dio ciò che è di Dio” è una frase che ci accompagna da secoli e che continua ad essere attuale. Essa ci ricorda che la nostra vita ha un significato più profondo della semplice esistenza terrena e che la felicità autentica si trova solo nella relazione con Dio.
Antonio Calisi