Il Teatro Verdi di Brindisi, palafitta sospesa sulle rovine romane

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A Brindisi, capoluogo pugliese in corsa per divenire capitale italiana della cultura 2027, ha sede un teatro molto particolare in quanto, come fosse una gigantesca palafitta d’acciaio, è sospeso su un sito archeologico di epoca romana. È il Teatro Verdi, struttura avveniristica che si sviluppa nel centro storico della città.

La struttura è uno straordinario esempio di architettura contemporanea che ha sostituito il precedente teatro storico della città. Questo venne progettato nel 1894 da Corrado Pergolesi, esemplare progettista di teatri che aveva realizzato anche quelli di Jesi, Ancona e Corfù. La realizzazione dell’importante centro culturale avvenne su istanza dell’allora sindaco Engelberto Dionisi, originario dell’anconetano, che ben conosceva le abilità del Pergolesi.

L’inaugurazione del teatro comunale avvenne nel 1903, lo stesso anno del Petruzzelli, e venne intitolato a Verdi, che era morto appena due anni prima. Il sito occupato dal Teatro era Corso Umberto, arteria della città di Brindisi, con una superficie di 1300 metri quadri. Disponeva di una platea e tre ordini di gallerie, con ricche decorazioni e dipinti.

Nel 1926, il tenore leccese Tito Schipa vi tenne un concerto il cui ricavato venne destinato alla costruzione del Monumento del Marinaio d’Italia, simbolo di Brindisi.

Ma il teatro ebbe vita breve e negli anni ’60, a causa dello stato non proprio ottimale e della necessità di lavori di ammodernamento si optò per la demolizione.

Brindisi, quindi, rimase priva del suo principale luogo culturale, che venne ricostruito quasi cinquant’anni dopo in un’altra zona della città e con forme del tutto dissimili dalle originali. Si tratta, comunque, di un edificio dal grande valore architettonico, progettato dal romano Enrico Nespega.

La particolarità del Nuovo Teatro Verdi è quella di sorgere in un’area archeologica, venuta alla luce negli anni ’60, comprensiva di un’antica strada romana e di un intero quartiere di epoca classica. È l’area denominata di San Pietro agli Schiavoni, ancora oggi liberamente visitabile in quanto posta al di sotto del teatro e arricchita da passerelle e cartelli esplicativi.

Il Nuovo Teatro ha una superficie di 4.500 metri quadri, con una facciata curvilinea arricchita da un bassorilievo dell’artista ungherese Amerigo Tot. La sala si sviluppa per 650 metri quadri, con una capienza di 995 spettatori. Il foyer presenta un pavimento in cristallo, anch’esso aperto sul sito archeologico.

Anche il palco è molto imponente (larghezza 25 m, profondità 18 m, altezza 20 m, superficie di circa 600 metri quadri), tra i più grandi del Meridione e dell’Italia intera.

Il Teatro venne grandiosamente inaugurato il 20 dicembre 2006, con uno straordinario concerto dell’Orchestra Cherubini diretta dal molfettese Riccardo Muti.

Giuseppe Mennea

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